STEINBECK, John Ernst (App. II, 11, p. 907)
Scrittore americano, morto a New York il 20 dicembre 1968; è il terzo premio Nobel (gli fu assegnato nel 1962) uscito dalla generazione di narratori americani apparsi alla ribalta tra gli anni Venti e Trenta. Rispetto a Hemingway, scomparso nel 1961, e a Faulkner, morto nel 1962, S. ha, senza alcun dubbio, statura e rilievo minori. La sua narrativa nasce e s'impone nell'ambito del grande filone di protesta sociale di cui egli è cronologicamente epigono. (Si vorranno in questo senso soprattutto ricordare i famosissimi The grapes of Wrath, trad. it. Furore, e Mice and men, trad. it. Uomini e topi). Tuttavia rispetto ai migliori frutti di questa esperienza anche le maggiori tappe dell'opera steinbeckiana rivelano, a qualche distanza, non solo esilità di tessuto ideologico, ma anche, talora, un certo semplicismo narrativo e una tendenza a risolvere, anche narrativamente, le tensioni drammatiche in gesti romantici. La netta involuzione politica degli ultimi anni, la legittimazione dell'intervento americano in Vietnam, il patriottismo abbastanza rozzo ed elementare rappresentano una svolta, non totalmente imprevedibile, del precedente populismo senza peraltro recare i frutti letterari di quello. La narrativa di S. perde infatti, in questi ultimi anni, quelle che ne erano state le caratteristiche migliori e più salienti: la capacità di compassione e commozione, una felice abilità nel trasferire nei grandi paesaggi che fanno sfondo alla sua opera temi e sentimenti dei drammi che vi si svolgono, e, come si accennava, lo stesso sincero fervore del suo populismo. Il premio Nobel premiava, peraltro, oltre a tutto ciò qualcosa di più, vale a dire la presenza culturale di S. in Europa. Nel nostro continente, infatti, e più in particolare nel nostro paese, la fortuna delle opere maggiori di S. resta legata a una grande stagione di lettura e "scoperta" della letteratura americana in chiave prevalentemente realistica, una stagione che ha dato frutti culturali e letterari di primissimo ordine (basti pensare ai Pavese e ai Vittorini) che sono andati talora molto oltre il segno delle opere da cui muovevano. Tra le opere più recenti di S.: Burning bright, New York 1950 (trad. it., La valle lunga. Che splendida ardi, Milano 1953); East of Eden, ivi 1952 (trad. it., La valle dell'Eden, Milano 1954); Sweet Thursday, ivi 1954 (trad. it., Quel fantastico giovedì, Milano 1965); The short reign of Pippin IV, ivi 1957 (trad. it., Il breve regno di Pipino IV, Milano 1958); The winter of our discontent, New York 1961 (trad. it., L'inverno del nostro scontento, Milano 1962); America and Americans, ivi 1966.
Bibl.: J. E. Fontenrose, J. Steinbeck: An introduction and interpretation, New York 1963; Modern Fiction Studies, primavera 1965; Hayaashi Tetsumaru, J. Steinbeck: A concise bibliography, Mteuchen N. J. 1967.