Farrow, John (propr. Villiers Farrow, John)
Regista, sceneggiatore e produttore australiano, nato a Sydney il 10 febbraio 1904 e morto a Los Angeles il 28 gennaio 1963. Fu un abile artigiano di Hollywood, capace di passare agevolmente dal cinema d'azione al film sentimentale, ai film di guerra, al noir e al western. Ottenne nel 1957 un Oscar per la sceneggiatura di Around the world in 80 days (1956; Il giro del mondo in 80 giorni) di Michael Anderson, scritta in collaborazione con James Poe e Sidney Joseph Perelman.
In gioventù scrisse racconti e commedie mentre prestava servizio nella marina militare, e alla fine degli anni Venti lavorò a Hollywood come consulente proprio per film di ambientazione marinara. Sceneggiatore dal 1927, dieci anni dopo passò alla regia, specializzandosi in film di genere. Convertitosi al cattolicesimo, scrisse romanzi e saggi di argomento religioso, tra cui un apprezzato studio su Thomas More. Nonostante i suoi interessi filosofico-religiosi, nei suoi film l'introspezione psicologica resta superficiale. Nel 1936 sposò l'attrice Maureen O'Sullivan (conosciuta in quello stesso anno sul set di Tarzan escapes, La fuga di Tarzan, diretto da Richard Thorpe e di cui F. fu sceneggiatore), dalla quale ebbe due figlie diventate poi attrici, Tisa e Mia.
La sua propensione per storie drammatiche e spettacolari si rivelò fin da Five came back (1939; La tragedia del 'Silver Queen'), nel quale si narrano le vicende di alcuni sopravvissuti a un incidente aereo che finiscono nelle mani di un delinquente. Lo stesso F. girò e produsse un remake del film nel 1956, Back from eternity (Ritorno dall'eternità). Ferito durante la Seconda guerra mondiale, diresse poi, sempre in quel periodo, vari film di argomento bellico, tra cui Wake island (1942; L'isola della gloria), di cui fu anche produttore, che gli valse una nomination all'Oscar per la regia. Nel dopoguerra firmò alcuni noir di buona qualità, spesso caratterizzati da ambientazioni particolari e tentativi di innovazione rispetto alle consuetudini del genere. F. intervenne sul ritmo dei suoi film, rendendolo incalzante e usando abilmente i flashback, e spinse più volte il noir ai limiti del soprannaturale, contaminandolo con il fantastico. Originale per gli avvolgenti movimenti della macchina da presa che contribuiscono a creare un clima di oppressione claustrofobica fu soprattutto The big clock (1948; Il tempo si è fermato), che si sarebbe rivelato uno dei più apprezzati noir cinematografici (nel 1987 ne è stato girato anche un remake, No way out, di Roger Donaldson). Altrettanto innovativo risultò Night has a thousand eyes (1948; La notte ha mille occhi), interpretato da Edward G. Robinson e basato su una storia di C. Woolrich: qui la contaminazione con il fantastico si fa esplicita, giacché il protagonista principale è un veggente, condannato a prevedere il futuro. Tra le sue prove più interessanti va ricordato Alias Nick Beal (1949; La sconfitta di Satana), ardita rivisitazione del mito di Faust, in cui la tentazione mefistofelica si manifesta nella corruzione di un procuratore, che alla fine riesce a redimersi. Negli anni Cinquanta F. diresse John Wayne in due film di grande successo: Hondo (1953), un western basato su una storia di L. L'Amour e girato con una sperimentale tecnica tridimensionale, e il suggestivo The sea chase (1955; Gli amanti dei cinque mari), in cui John Wayne, accanto a Lana Turner, appare nel ruolo di un capitano di marina tedesco della Seconda guerra mondiale. Tra gli altri suoi film si distinguono il noir His kind of woman (1951; Il suo tipo di donna), il melodrammatico The unholy wife (1957; Furia infernale) e l'avventuroso John Paul Jones (1959; Il grande capitano).