ASTOR, John Jacob
Nato a Walldorf presso Heidelberg il 17 luglio 1763 dal pizzicagnolo Johann Aschdor, lasciò la patria all'età di sedici anni per stabilirsi a Londra presso i fratelli fabbricanti di strumenti musicali. Poi, nel 1783, s'imbarcò per New York, con l'intento di vendere flauti e pianoforti. Ma, allettato dalla fortuna d'un mercante di pellicce incontrato per caso a bordo, entrò come impiegato nella bottega d'un pellicciaio a New York, studiando i metodi di lavorazione e stringendo relazioni con indiani della frontiera. Tra pianoforti, flauti e pelli, si trovò ad essere in breve uno dei mercanti più ricchi della giovane metropoli americana. Nel 1809 allarga alquanto il piano delle sue operazioni: fonda una linea di velieri veloci (clippers) per il servizio New York-Inghilterra, e per quello New York-Canton; organizza la Compagnia americana delle pelli (The America Fur Company) in concorrenza con la grande Hudson Bay Company canadese-inglese; vuol arrivare al Pacifico con le sue stazioni di cacciatori; vuol comprare le Hawaii (allora isole Sandwich). All'imboccatura del fiume Columbia fonda la città di Astoria, episodio curioso di pionierismo (narrato poi in un romanzo di Washington Irving), che venne interrotto, per non esser più ripreso, dalla guerra del 1812. La fortuna dell'A. salì a proporzioni enormi per quel tempo (30 milioni di dollari), grazie a felicissime speculazioni sui terreni a New York e nella futura Chicago.
I baroni A. di Hever Castle (Inghilterra) discendono da William Waldorf A. (1848-1919), nipote dell'A., nobilitato nel 1916. Dopo una carriera diplomatica e letteraria negli Stati Uniti (fu ministro degli Stati Uniti a Roma, 1882-85), diventò proprietario a Londra della Pall Mall Gazzette, e si fece cittadino inglese. Il ramo americano della famiglia continua in William Backhouse A. (1792-1875), in John Jacob A. (1822-1890), in un secondo John Jacob A. (1864-1912) e ora in William Vincent A. (1891).
Bibl.: G. Myers, Geschichte der grossen amerikanischen Vermögen, voll. 2, Lipsia 1916; M. Minnigerode, Certain Rich Men, New York 1927.