Mahin, John Lee
Sceneggiatore statunitense, nato a Evanstone (Illinois) il 23 agosto 1902 e morto a Los Angeles il 17 aprile 1984. Per la maggior parte della carriera, iniziata negli anni Trenta, M. lavorò alla Metro-Goldwyn-Mayer, dove fu lo sceneggiatore preferito da Clark Gable come anche dal regista Victor Fleming, ma scrisse anche per altri cineasti quali Jack Conway, W.S. Van Dyke, Clarence Brown e Mervyn LeRoy, nonché, al di fuori della MGM, per John Ford e John Huston. Il particolare talento dimostrato per il genere avventuroso e un tagliente senso dell'umorismo si rivelarono i punti di forza delle sceneggiature di M., che fu capace di cimentarsi però anche nel musical e nelle vivaci commedie sofisticate degli anni d'oro di Hollywood, scrivendo adattamenti di grandi opere letterarie oppure inventando storie e personaggi di grande originalità. Sebbene le figure virili, gli eroi hard boiled, fossero il suo forte, M. riuscì a caratterizzare in modo altrettanto felice quelle femminili, disegnando in particolare donne decise e ciniche. Nel 1957 ricevette il Laurel Award da quella stessa Guild of Writers di cui in passato aveva osteggiato ostinatamente la nascita.
Figlio di un pubblicitario, M. frequentò la Harvard University, mentre nel frattempo lavorava per l'"American" di Boston. Successivamente divenne cronista per alcuni giornali di New York. Negli anni Venti, dopo una esperienza compiuta come attore alla Provincetown Playhouse, tornò a dedicarsi alla scrittura, lavorando in qualità di redattore di testi pubblicitari. All'inizio degli anni Trenta divenne amico di Ben Hecht e di Charles McArthur che nel 1931 gli diedero l'opportunità di collaborare (pur se non accreditato) alla sceneggiatura di The unholy garden (1931; Nell'oasi del terrore) diretto da George Fitzmaurice per il produttore Samuel Goldwyn. Successivamente, Hecht gli propose di prendere parte anche alla realizzazione della sceneggiatura di Scarface, shame of a nation (1932; Scarface ‒ Lo sfregiato) di Howard Hawks, regista per il quale M. avrebbe lavorato in più occasioni, di solito senza che il suo contributo venisse ufficialmente riconosciuto. Il successo di Scarface, considerato il prototipo del gangster film, fu dovuto in parte alla notevole autenticità dei dialoghi di M., anche se Hecht, W.R. Burnett e Seton I. Miller diedero un apporto decisivo alla sceneggiatura. Nello stesso anno M. scrisse i dialoghi per un altro gangster film, The beast of the city (Il pericolo pubblico n. 1) di Charles Brabin, con James Cagney, quindi adattò un romanzo di U. Sinclair per The wet parade e una pièce di W. Coolison per Red dust (Lo schiaffo), entrambi diretti da Victor Fleming, e collaborò alla sceneggiatrura di Tiger shark (Le tigri del Pacifico) di Hawks (senza peraltro figurare nei credits). Sempre nel 1932 M. entrò alla MGM, dove rimase per venticinque anni diventando uno dei pilastri dello studio. In questo periodo firmò, spesso in collaborazione con affermati sceneggiatori, le riduzioni di una serie di classici quali Eskimo (1933) di Van Dyke, da un romanzo di P. Freuchen; Bombshell (1933; Argento vivo) di Fleming, da un testo teatrale di C. Francke e M. Crane; The prizefighter and the lady (1933; L'idolo delle donne) di Van Dyke, da un soggetto di Frances Marion; Treasure island (1934; L'isola del tesoro) di Fleming, dal romanzo di R.L. Stevenson; Naughty Marietta (1935; Terra senza donne) di Van Dyke; Small town girl (1936; La provinciale) di William A. Wellman, da un romanzo di B.A. Williams; Wife versus secretary (1936; Gelosia) di Brown, da un soggetto di F. Baldwin; Captains courageous (1937; Capitani coraggiosi) di Fleming, dal romanzo di R. Kipling, per il quale ottenne una nomination all'Oscar; Too hot to handle (1938; L'amico pubblico n. 1) e Boom town (1940; La febbre del petrolio) entrambi diretti da Conway; Dr. Jekyll and Mr. Hyde (1940; Il dottor Jekyll e Mr Hyde) di Fleming, dal romanzo di Stevenson; Quo vadis (1951; Quo vadis?) di LeRoy, dal romanzo di H. Sienkiewicz; Mogambo (1953) di Ford, remake di Red dust (1932). Quando Louis B. Mayer perse potere all'interno della MGM, M., per lealtà nei suoi confronti, lasciò lo studio e passò per breve tempo alla 20th Century-Fox, per poi tornare alla MGM dove realizzò i suoi ultimi tre film.
Profondamente convinto della necessità, nel suo lavoro, di contare su un forte spirito di squadra, M. collaborò, fornendo importanti contributi, ma senza peraltro figurare tra gli autori della sceneggiatura, a film quali A star is born (1937; È nata una stella) di Wellman e Gone with the wind (1939; Via col vento) di Victor Fleming. Per volere di George Stevens, M. riscrisse il finale di Woman of the year (1942; La donna del giorno), suscitando reazioni negative da parte degli altri sceneggiatori Ring Lardner Jr e Michael Kanin (premiati in seguito con l'Oscar per questo film). Il conflitto si inasprì per il fatto che M. era di idee politiche opposte alle loro; M. infatti fu profondamente conservatore, contrario alla creazione del sindacato degli sceneggiatori in favore di un'organizzazione alternativa più vicina agli interessi dei produttori e in seguito fu sostenitore della creazione della black list dei comunisti di Hollywood. Raramente, comunque, affrontò temi politici nelle sue sceneggiature.
La crisi che investì lo studio system negli anni Cinquanta non toccò M., che formò una società di produzione indipendente con un altro sceneggiatore, Martin Rakin. Nel 1956 scrisse The bad seed (Il giglio nero) di LeRoy, un efficace adattamento del successo teatrale di M. Anderson. Al convincente Heaven knows, Mr. Allison (1957; L'anima e la carne) di Huston, per il quale ottenne una nomination all'Oscar, storia di un marine (Robert Mitchum) e di una suora (Deborah Kerr) approdati su un'isola deserta durante la Seconda guerra mondiale, fecero seguito The horse soldiers (1959; Soldati a cavallo), tratto da un romanzo di H. Sinclair, film ambientato negli anni della guerra civile americana che reca la firma del grande Ford, e l'insulso Moment to moment (1966; Da un momento all'altro) ‒ che ha però il merito di mostrare Jean Seberg nello splendido scenario della Riviera francese ‒ diretto da LeRoy.
T. McCathy, J. McBride, John Lee Mahin: team player, in Backstory 1 ‒ Interviews with screenwriters of Hollywood's golden age, ed. P. McGilligan, Berkeley 1986, pp. 241-65.