Keynes, John Maynard
Economista inglese (Cambridge 1883 - Firle 1946), una delle figure fondamentali della scienza economica del 20° secolo.
La sua General theory of employment, interest and money (1936) gettò le basi della teoria macroeconomica moderna. Negando la visione, tipica dell’economia classica, secondo la quale l’offerta di beni crea sempre la propria domanda, K. mise in discussione la spontanea tendenza del sistema concorrenziale alla piena occupazione e mostrò come il sistema economico possa attestarsi in una condizione caratterizzata da equilibrio fra domanda e offerta di beni, accompagnato però da sottoccupazione di capitale e lavoro. La teoria di K. poggia su 3 concetti fondamentali. Il primo è dato dalla funzione del consumo, secondo la quale il consumo cresce meno che proporzionalmente al reddito. Il secondo riguarda la funzione dell’efficienza marginale del capitale, secondo la quale gli investimenti variano sulla base di aspettative incerte e mutevoli in merito al loro saggio di rendimento atteso. Il terzo concetto è dato dalla funzione della preferenza per la liquidità, secondo la quale il saggio d’interesse è un fenomeno puramente monetario, anch’esso determinato dall’incertezza. Questa analisi spiega la tendenza degli investimenti a rimanere a un livello troppo basso per ottenere la piena occupazione e la necessità dell’intervento dello Stato, attraverso investimenti pubblici e politiche monetarie espansive, per riportare e mantenere il reddito nazionale a un livello compatibile con tale obiettivo. Le idee keynesiane trovarono numerosi seguaci e furono adottate da diversi governi, ma suscitarono anche critiche e vivaci discussioni in merito alla loro corretta interpretazione.
Si laureò nel 1905 al King’s College di Cambridge, dedicandosi prima agli studi matematici e soltanto in un secondo momento, sotto l’influenza di A. Marshall, agli studi economici. Risale al 1913 Indian currency and finance, acuta critica del gold standard. Durante il primo conflitto mondiale fu consulente presso il ministero del Tesoro e nel 1919 prese parte, con la delegazione inglese, alla conferenza di pace di Parigi. Prevedendo l’impatto negativo che le riparazioni imposte ai Paesi sconfitti avrebbero avuto sulle economie sia dei vinti sia dei vincitori, gettando le basi per un prossimo conflitto, K. si dimise dall’incarico ed espose le sue idee nell’opera The economic consequences of the peace (1919), vero e proprio best seller internazionale. Nel Treatise on probability (1921) sviluppò un’originale analisi della scelta in condizione di incertezza. In A tract on monetary reform (1923), raccolse originali proposte di politica monetaria, insieme con un primo nucleo di riflessione teorica sulla natura della moneta. Feroce critico della decisione di restaurare il gold standard (The economic consequences of Mr. Churchill, 1925), K. denunciò le cause della crescente disoccupazione e sostenne l’avvio di programmi di lavori pubblici. Nel 1930 portò a termine il suo Treatise on money (2 voll., 1930), primo tentativo di schema macroeconomico, che spiega le oscillazioni di prezzi, produzione e occupazione come effetto del disequilibrio fra investimenti e risparmi, dovuto alla divergenza fra tasso d’interesse espresso dal sistema bancario e tasso d’interesse naturale. Nonostante la grande risonanza del Treatise e il pregio delle sue analisi di dinamica monetaria, le critiche di amici e colleghi di K. e le sue stesse perplessità lo indussero a mettere da parte quest’opera e a elaborare un impianto teorico del tutto nuovo, giungendo nel 1936 a pubblicare la sua opera fondamentale, la già citata General theory. Nominato consulente finanziario del cancelliere dello scacchiere e membro del consiglio di direzione della Banca di Inghilterra, poté influire sulla politica di finanziamento del secondo conflitto mondiale (How to pay for the war, 1940) e fu posto a capo della delegazione britannica alla conferenza di Bretton Woods (➔), dove sostenne un suo progetto di riforma monetaria internazionale (➔ Keynes, piano di). Gli ultimi anni della sua vita furono diretti a favorire l’avvento di un ordine economico internazionale conforme ai principi liberali e mirato alla piena occupazione.