PECKHAM, John (Johannes Peckham o Pecham)
Francescano inglese, nato intorno al 1240 e morto l'8 dicembre 1292. Fu uno dei principali rappresentanti della reazione dell'agostinismo francescano contro l'affermarsi dell'aristotelismo domenicano che si veniva compiendo per opera di Tommaso d'Aquino. Scolaro di Bonaventura da Bagnorea a Parigi, fu magister theologiae ivi e a Oxford, poi lector Sacri Palatii a Roma, finché, nel 1279, successe a Roberto Kilwarbdy nell'arcivescovato di Canterbury; e rinnovò, nel 1284 e nel 1286, la condanna del tomismo già pronunciata dal suo predecessore. Contro l'aristotelismo tomistico egli aveva del resto preso posizione, in una disputatio, fino da quando era magister a Parigi. Le tesi tomistiche che egli principalmente combatté furono quella ontologico-psicologica dell'unità della forma immanente nell'uomo e quella gnoseologica della determinazione suprema della conoscenza da parte della funzione intellettiva, alla quale egli opponeva il concetto agostiniano dell'illuminazione. Anche riguardo alla dimostrazione dell'esistenza di Dio il P. si dovette opporre a Tommaso d'Aquino, giacché questi non riteneva valido l'argomento ontologico di Anselmo d'Aosta, che il P. invece faceva proprio.
Tra i suoi scritti sono da ricordare i Collectanea Bibliorum, indice analitico degli argomenti trattati nella Bibbia (ed.: Parigi 1514; Colonia 1541); la Perspectiva communis (ed.: Milano s. a.; Venezia 1504 e 1593), il Tractatus sphaerae e la Theorica planetarum, di argomento fisico-matematico; le Quaestiones disputatae (una delle quali, quella concernente il problema gnoseologico dell'illuminazione da parte di Dio, è edita in De humanae cognitionis ratione anecdota quaedam S. Bonaventurae et nonnullorum ipsius discipulorum, Quaracchi 1883, pp. 179-82; per i titoli delle altre v. British Society of Franciscan Studies, II, pp.1-12 e 96-110, fondamentale anche per la bibliografia dei molti scritti ancora inediti del P.); l'Expositio Threnorum (edita in appendice al vol. VII dell'edizione di Quaracchi delle opere complete di San Bonaventura). Una serie di scritti è in difesa dell'ideale francescano della povertà: Canticum pauperis (ed. nella Bibliotheca Franciscana ascetica medii aevi, IV, Quaracchi 1905); Tractatus pauperis contra insipientem novellarum haeresum confictorem (cioè contro Guglielmo di Saint Amour); Tractatus contra fratrem Robertum Kilwarbdy; Defensio fratrum mendicantium (questi ultimi tre scritti sono stati editi da Ch. L. Kingsford, A. G. Little, F. Tocco in British Society of Franciscan Studies, II, Aberdeen 1910). Assai importanti per la storia della cultura del tempo sono le lettere (C. T. Martin, Registrum epistolarum Fr. J. P., voll. 3, Londra 1882-85: per quelle concernenti la lotta fra agostinismo e aristotelismo v. anche F. Ehrle in Zeitschrift für katholische Theologie, XIII, 1889, pp. 174-87). Da ricordare infine sono anche due commentarî all'Etica aristotelica e al primo libro delle Sentenze del Lombardo.
Bibl.: In generale: A. Callebaut, J. P. et l'Augustinisme, in Archiv. Francisc. Hist., XVIII (1925), pp. 441-72. Sulla vita: H. Spettmann, in Franziskanische Studien, II (1915), pp. 170-207, 266-85; sulla psicologia: id., nei Beiträge zur Gesch. d. Philos. d. Mittelalters del Bäumker, XIX, fasc. 5-6 (1918) e XX, fasc. 6 (1919). Sul problema della pluralità delle forme: W. T. Waugh, in Engl. Histor. Review, XXVIII (1913), pp. 625-35. Ulteriore bibliografia in Ueberweg-Geyer, Grundr. d. Gesch. d. Phil., II, 11ª ed., Berlino 1928, pp. 479, 495 e 762.