Searle, John Roger
Filosofo statunitense (n. Denver, Colorado, 1932). Fu dal 1959 prof. nell’univ. della California a Berkeley. Filosofo di scuola analitica formatosi in Inghilterra, a Oxford, dove fu in contatto con i maggiori esponenti della filosofia del linguaggio ordinario (Austin, in partic.), è noto soprattutto per il suo approccio pragmatico al problema del significato, caratterizzato dalla teoria degli «atti linguistici», in base a cui le emissioni verbali significanti sono forme di comportamento. In questa teoria S. ha attribuito particolare rilievo ai cosiddetti atti illocutori, cioè i proferimenti linguistici con cui si esprimono e contemporaneamente si compiono atti, come promesse, comandi, richieste, ecc. Più recentemente, estendendo i propri interessi agli aspetti mentali (intenzioni, credenze, desideri, ecc.), che sarebbero a fondamento degli atti linguistici, S. ha dedicato particolare attenzione al problema dell’intenzionalità. A quest’ultima, nel significato conferitole da Brentano, S. riconduce l’insieme dei fenomeni mentali (percezione inclusa), ammettendone un’origine biologica e risolvendo il dualismo tra fisico e psichico attraverso il doppio livello di descrizione (neurofisiologico e mentale). L’origine biologica dell’intenzionalità e dei fenomeni mentali, inoltre, non ne consentirebbe, per S., l’identificazione con stati computazionali: di qui le sue radicali obiezioni ai progetti di spiegazione dei meccanismi cognitivi elaborati nell’ambito delle ricerche di intelligenza artificiale. Tra le sue opere si segnalano: Speech acts. An essay in the philosophy of language (1969; trad. it. Atti linguistici: saggio di filosofia del linguaggio); Intentionality. An essay in the philosophy of mind (1983; trad. it. Della intenzionalità: un saggio di filosofia della conoscenza); Mind, brains and science (1984); The rediscovery of the mind (1992; trad. it. La riscoperta della mente); The mystery of consciousness (1997).