SIFERWAS, John
(o Sifrewas, Syfrwas, Sifirwas)
Miniatore inglese attivo nel primo quarto del sec. 15°, S. fu tra i primi a introdurre il Gotico internazionale in Inghilterra.Originario di una famiglia della piccola aristocrazia dell'Inghilterra meridionale, come attesta lo stemma personale incluso in alcune delle sue più lussuose miniature, S. è testimoniato come membro del convento domenicano di Guildford (Surrey) nel 1380, anno in cui venne trasferito in una casa domenicana a Londra. Qui egli sembra aver trascorso almeno due anni, dal momento che venne ordinato prete nella cattedrale di St Paul nel 1382, data che suggerisce inoltre di collocare l'anno della sua nascita nel 1360 circa. In ogni caso, i lavori superstiti di S. furono prodotti per mecenati o beneficiari dell'Inghilterra sudoccidentale: per l'abbazia di Sherborne (Dorset), per la cattedrale di Salisbury (Wiltshire) e per l'abbazia di Glastonbury (Somerset). La menzione di S. in un testamento del 1427 prova, inoltre, i suoi contatti con alcuni ricchi mercanti di lana del Somerset (Marks, Morgan, 1981, p. 25).Tradizionalmente la critica considera S. un artista molto influente, attivo probabilmente a Londra nei primi anni del sec. 15° (Alexander, 1992, p. 30). Contro questa opinione si è ipotizzato (Marks, Morgan, 1981; Talley, 1984) che S. abbia svolto invece la maggior parte della sua attività in un priorato domenicano, da qualche parte nell'Inghilterra sudoccidentale, lavorando per mecenati provenienti da quella regione. Di conseguenza, la sua influenza sulla miniatura di epoca successiva sarebbe stata più limitata rispetto a quanto si era ritenuto in precedenza. Tuttavia, S. mantenne apparentemente legami con Londra, poiché il suo nome viene menzionato nel testamento (1420 ca.) di un mercante londinese (Talley, 1984).È molto probabile che la formazione di S. abbia avuto luogo durante la sua permanenza a Londra (Talley, 1984), dove, negli anni novanta del sec. 14°, sia nella decorazione libraria (Messale carmelitano; Londra, BL, Add. Ms 29704-5) sia nella pittura murale (Westminster, sala capitolare), si può trovare quella mescolanza di influenze inglesi, italiane, tedesche e fiamminghe che ebbero un importante ruolo nella formazione dello stile di Siferwas. La residenza in un priorato domenicano sul continente (Bologna, 1988, p. 191) è un'ipotesi interessante, ma non dimostrabile.Oltre al proprio stemma nobiliare, nelle sue miniature S. incluse molti autoritratti, dei quali almeno due - fatto quasi unico per un artista inglese dell'epoca - sono apparentemente fedeli al vero. Il primo e il più imponente di questi si trova nel Lezionario Lovell (Londra, BL, Harley 7026, c. 4v), il suo più antico manoscritto superstite, commissionato per la cattedrale di Salisbury da lord John Lovell (m. nel 1408): una miniatura di presentazione mostra S. mentre consegna il libro completo a lord Lovell; entrambe le figure sono delicatamente disegnate in un contesto architettonico che mostra un vero, anche se non pienamente compiuto, interesse nella rappresentazione prospettica. Già nel Lezionario Lovell, come in tutto il lavoro di S., una speciale enfasi è posta sui margini, vivacemente colorati, con una grande varietà di forme attentamente organizzate in composizioni complesse. La presenza di strutture a più piani, o tabernacoli, precariamente in equilibrio su piedistalli, è probabilmente un segno dell'influenza esercitata dalla contemporanea miniatura dell'Italia settentrionale.Queste caratteristiche sono ulteriormente sviluppate nel più lussuoso dei lavori di S., il Messale Sherborne (Londra, BL, Loan Ms 82, in prestito da Alnwick, Castle, Lib.). Il codice venne commissionato da Robert Bruyning (1385-1415), abate di Sherborne, e da Richard Medford (1396-1407), vescovo di Salisbury, ed è databile dalle testimonianze araldiche agli anni 1404-1406. Negli autoritratti stilizzati (pp. 216, 276) S. rappresenta se stesso in abito domenicano, inginocchiato alla base di un tabernacolo posto sul margine, in compagnia dello scriba John Whas, in abito benedettino. Particolarmente fedele al vero è il busto di profilo di S., posto nell'iniziale della colletta (p. 47), con accanto il suo patrono, s. Giovanni Evangelista. Rappresentati più volte sono anche i due committenti, che appaiono all'interno dei tabernacoli al di sotto dei quali sono inginocchiati l'artista e lo scriba. Il Messale presenta anche un'impressionante sequenza di iniziali istoriate, distribuite lungo le sue seicentottantanove pagine, ognuna delle quali strutturata secondo uno schema particolarmente elaborato, comprendente iniziali minori, una complessa decorazione marginale, teste-ritratto, numerosi cartigli e iscrizioni. Il programma iconografico di queste pagine è generalmente complesso, con il tema principale rappresentato all'interno dell'iniziale istoriata ed evocato nelle scene tipologiche dei margini. In molte pagine, i margini quasi sommergono le iniziali, fatto che sembra caratteristico dello stile di Siferwas. L'unica miniatura a piena pagina del Messale, la Crocifissione (p. 380), e la maggior parte delle illustrazioni del Temporale (pp. 13-358) sembrano essere di mano dello stesso S.; l'ultima parte del libro, così come il calendario (pp. 1-12) riflette l'attività di qualche collaboratore.Nei margini del Messale Sherborne appaiono più di trenta specie di uccelli, dipinti in modo assai dettagliato e spesso accompagnati da didascalie contenenti il rispettivo nome inglese. Il loro stile naturalistico li collega a gruppi di studi di uccelli contenuti nel taccuino di disegni Pepysian (Cambridge, Magdalene College, Pepys 1916, cc. 10r-13v, 19r). I gruppi, abbastanza inusuali nella pittura inglese del tempo, sono collegabili agli studi di uccelli di Giovannino de Grassi (m. nel 1398), per esempio quelli contenuti nel taccuino di disegni di Bergamo (Bibl. Civ. A. Mai, Cassaf.1.21, già Delta 7-14).
Bibl.: - J.W. Legg, Liturgical Notes on the Sherborne Missal, a Manuscript in the Possession of the Duke of Northumberland at Alnwick Castle, Transactions of the St Pauls's Ecclesiological Society 4, 1896, pp. 1-32; J.A. Herbert, The Sherborne Missal, Oxford 1920; O. Pächt, Early Italian Nature Studies and the Early Calendar Landscape, JWCI 13, 1950, pp. 13-47; M. Rickert, The Reconstruted Carmelite Missal, London 1952; id., Painting in Britain: the Middle Ages, Harmondsworth 19652 (London 1954; trad. it. La miniatura inglese, 2 voll., Milano 1959-1961); B. Yapp, Birds in Medieval Manuscripts, London 1981; R. Marks, N.J. Morgan, The Golden Age of English Manuscript Painting 1200-1500, New York 1981; T. Talley, John Siferwas: the Study of an English Dominican Illuminator (tesi), Univ. of East Anglia 1984; G. Bologna, Manoscritti e miniature. Il libro prima di Gutenberg, Milano 1988; J.J.G. Alexander, Medieval Illuminators and their Methods of Work, New Haven-London 1992; K.L. Scott, Later Gothic Manuscripts 1385-1490 (A Survey of Manuscripts Illuminated in the British Isles, 6), London 1993.