Travolta, John (propr. John Joseph)
Attore cinematografico statunitense, nato a Englewood (New Jersey) il 18 febbraio 1954. L'immagine kitsch di Toni Manero vestito di bianco è sopravvissuta a lungo a scapito dell'uomo e dell'attore raggiunto a ventitré anni dal successo planetario e fulmineo di Saturday night fever (1977; La febbre del sabato sera) di John Badham. Solo Pulp fiction di Quentin Tarantino del 1994 è riuscito a far dimenticare l'icona generazionale del film di Badham, rilanciando un T. che con l'immagine corpulenta e trascurata di Vincent Vega ha sancito la distanza sia dal ballerino Manero sia dai personaggi della sua crisi profonda degli anni Ottanta. Interprete eccentrico, dotato di forte presenza fisica e di un sorriso rassicurante, T. è uno dei divi del cinema hollywoodiano della fine del 20° sec. e degli inizi del 21° in grado di adattare la tradizione attoriale americana alle esigenze del cinema contemporaneo. Nel 1995 ha vinto il David di Donatello come migliore attore straniero per Pulp fiction.
Incoraggiato dai genitori (il padre di origine italiana e la madre di origine anglo-irlandese), prese lezioni di tip-tap dal fratello di Gene Kelly, Fred, e a 16 anni abbandonò gli studi per dedicarsi al ballo e alla recitazione. Due anni dopo debuttò a Broadway nel musical Rain. Nel 1975 esordì nel cinema con l'horror The devil's rain (Il maligno) di Robert Fuest e partecipò alla serie televisiva Welcome back Kotter interpretando Vinnie Barbarino; proprio grazie a questo personaggio Badham lo avrebbe poi scelto come protagonista di Saturday night fever, ma già nel 1976 T. aveva lavorato con Brian De Palma in Carrie (Carrie ‒ Lo sguardo di satana). Il fatidico 1977 lo vide arrivare alla consacrazione nella parte del ballerino/commesso Toni Manero, l'icona generazionale legata alla diffusione della disco-music e all'affermazione di nuovi generi, look, codici di vita e comunicazione; per la sua interpretazione T. ottenne una nomination all'Oscar nel 1978. Il successo fu ribadito da Grease (1978; Grease ‒ Brillantina) di Randal Kleiser, riedizione di un musical anni Cinquanta, in cui l'attore confermò le sue doti di ballerino d'eccezione. Gli anni Ottanta iniziarono con il buon riscontro ottenuto conUrban cowboy (1980) di James Bridges, cui seguirono le ottime prove di Blow out (1981) di De Palma e di Staying alive (1983) di Sylvester Stallone, sequel di Saturday night fever. La commedia fantastica Two of a kind (1983; Due come noi) di John Herzfeld segnò il primo vero insuccesso della sua carriera. Il resto del decennio fu caratterizzato da una intensa crisi, superata da T. solo nel 1989 grazie al notevole consenso di pubblico ottenuto da Look who's talking (Senti chi parla) di Amy Heckerling, commedia sentimentale che ha avuto fortunati seguiti. Nello stesso anno l'attore aderiva alla setta di Scientology, le cui teorie nel 2000 sarebbero state alla base di Battlefield Earth (Battaglia per la Terra) di Roger Christian, film fantascentifico che T. ha coprodotto e interpretato.
Ma è stato il 1994 a segnare la rinascita di T. come star, grazie a Tarantino che lo ha voluto per la parte di un sicario folle, grasso e logorroico in Pulp fiction, indimenticabile interpretazione per la quale ha ottenuto nel 1995 la sua seconda nomination all'Oscar. Da quel momento nessuno ha messo più in dubbio le sue qualità istrioniche, e T. ha lavorato ininterrottamente in opere molto diverse: dai due film d'azione diretti da John Woo, Broken arrow (1996; Nome in codice: Broken arrow) e Face/Off (1997; Face/Off ‒ Due facce di un assassino) alla partecipazione al cast corale di The thin red line (1998; La sottile linea rossa) di Terrence Malick, dalla commedia romantica Phenomenon (1996) di Jon Turteltaub al thriller Swordfish (2001; Codice: Swordfish) di Dominic Sena. A conferma della fama internazionale, della maturità raggiunta e di una rinnovata fiducia nei propri mezzi si ricordano le interpretazioni accanto a Gene Hackman in Get shorty (1995) di Barry Sonnenfeld, a Dustin Hoffman in Mad city (1997; Mad city ‒ Assalto alla notizia) di Constantin Costa-Gavras, e a Sean Penn in She's so lovely (1997; She's so lovely ‒ Così carina) di Nick Cassavetes.
D. Thompson, John Travolta, Dallas 1996; B. McCabe, John Travolta "Quote unquote", New York 1996; N. Andrews, Travolta: The life, London 1999.