ALEXANDER, John White
Pittore americano. Nato in Alleghany City nel 1856, rimase orfano giovanissimo. Diciottenne, si recò a New York dove fece l'usciere presso il Harper's Weekly. Qui le tendenze artistiche che aveva dimostrato fino da bambino si rivelarono più compiutamente al contatto di E. A. Abbey, di Stanley Reinhart e di A. B. Frost, così che il giovane fattorino passò ben presto fra gl'illustratori della rivista, per la quale lavorò tre anni; quindi, insieme col Reinhart, venne in Europa. Allievo per pochi mesi del Benzcur nell'Accademia di belle arti di Monaco di Baviera, si recò poi nella piccola città bavarese di Polling, dove era riunita sotto la guida di Frank Duveneck una piccola colonia di artisti americani. L'A. vi rimase due anni, quindi partì per l'Italia e vi passò due anni tra Firenze e Venezia. Viaggiò anche la Spagna, il Marocco, l'Inghilterra, dove eseguì per il Century Magazine ritratti di letterati illustri, e la Francia, dove il suo successo si affermò decisamente. Tornato a New York vi presiedette la National Accademy of Design; appartenne a molte altre società di artisti, e vi morì il 31 maggio 1915. La sua pittura risentì per un certo periodo le influenze degli artisti che egli avvicinò. Whistler, che l'A. conobbe a Venezia nel 1880, lo liberò dai residui delle tendenze monachesi; Parigi raffinò il suo gusto, la sua sensibilità, la sua animazione. Eseguì numerosissimi ritratti, quadri di genere, paesaggi, scene e costumi per teatro, e le decorazioni della Library of Congress, a Washington, e del Carnegie Institute in Pittsburg. Sue opere più note il Pot of Basil, nel Museo di Boston, i ritratti di miss Dorothy Roosevelt, di Mrs. Wheaton, di Geraldine Roussell, e del dottor Patton, di A. Rodin e del presidente francese Loubet (nel Palazzo dell'Elysée, a Parigi).
Bibl.: E. von Mach, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, I, Lipsia 1907; G. Mourey, in The Studio, XX, p. 71; Isham, History of American Painting, New York 1905; J. C. Van Dyke, American Painting and its tradition, New York 1919, pp. 219-242.