joint venture
Accordo tra due o più imprese che si impegnano a collaborare per il perseguimento di uno specifico obiettivo. Le j. v. possono avere scopo industriale, come la costruzione d’impianti o infrastrutture, lo sviluppo di nuove tecnologie o prodotti particolarmente costosi e complessi che necessitano di capacità finanziarie e competenze non ascrivibili a una sola impresa. Possono avere scopo commerciale, quando vanno a costituire una nuova rete distributiva, o finanziario. La j. v. può avere una semplice forma contrattuale o una forma societaria.
Tale forma non dà origine a un nuovo soggetto giuridico, stabilisce obblighi per i contraenti (quali risorse vengono messe a disposizione, quale tempistica nello sviluppo della j. v. ecc.) e anche la ripartizione di eventuali utili o perdite, che in genere sono pro quota rispetto alle risorse messe a disposizione dalle imprese partecipanti, ma che in alcuni casi possono dividersi in altro modo. Il contratto può prevedere la fine della j. v. una volta raggiunti gli obiettivi, ma anche eventuali vie di uscita qualora gli obiettivi si dimostrassero non raggiungibili.
Tale forma può avere molteplici strutture. Negli Stati Uniti, dove le j. v. si sono sviluppate originariamente, la forma societaria può essere assimilata a una società di capitali (incorporated j. v.) o a una società di persone (unincorporated j. v.). In altri mercati, le j. v. possono avere una forma societaria diversa.
Le j. v. sono una forma di cooperazione spesso incentivata nei Paesi in via di sviluppo, che spingono per la collaborazione tra imprese locali e multinazionali. In genere, le multinazionali forniscono tecnologie e capitali che non potrebbero essere sviluppati autonomamente nel breve periodo dai Paesi in via di sviluppo i quali, invece, offrono un costo del lavoro più basso e, nel caso dei Paesi di dimensione maggiore, un mercato finale spesso in grande espansione. In Cina, per es., dopo l’apertura del 1978, la j. v. è stata la prima forma d’investimento straniero permessa dal governo ed è stata la forma più utilizzata fino ai primi anni 2000. Ancora oggi vi sono settori, come quello automobilistico, dove per uno straniero è possibile investire solo in j. v. con un produttore locale.
Le j. v. permettono, quindi, sinergie tra imprese, ma sono particolarmente difficili da gestire. È problematico definire con precisione gli obiettivi da perseguire e anche prevedere ex ante i mutamenti che possono avvenire nei mercati, in modo da influenzare sia gli obiettivi, sia le risorse necessarie per raggiungerli. Spesso le imprese hanno culture aziendali e operano in mercati con regole anche molto diverse, che possono creare forti tensioni. Più i Paesi sono geograficamente e culturalmente lontani, più aumentano i problemi gestionali e organizzativi. Date le difficoltà nella gestione delle j. v., e gli obiettivi complessi per cui vengono costituite, non sorprende che il loro tasso di fallimento sia estremamente elevato.