Voight, Jon (propr. Jonathan)
Attore teatrale e cinematografico statunitense, nato a Yonkers (New York) il 29 dicembre 1938. Caratterizzato da un fisico massiccio, da uno sguardo dolce e indifeso, ma al contempo acuto e spietato ha interpretato, nella sua lunga e pluripremiata carriera, ruoli molto differenti tra loro riuscendo a passare con estrema facilità dal personaggio del giovane romantico e ingenuo a quello del più spietato maniaco o faccendiere, rivelando in tal modo un registro interpretativo di notevole spessore. Con Coming home (1978; Tornando a casa) di Hal Ashby ha vinto nel 1978 il Festival di Cannes e l'anno seguente il premio Oscar, entrambi come miglior attore protagonista.
Figlio di un famoso giocatore professionista di golf e fratello del noto cantante Chip Taylor, diplomatosi alla Achbishop Stepinac High School di New York, studiò recitazione presso la facoltà di Belle Arti della Catholic University di Washington. Nel 1960, all'indomani della laurea, rientrò a New York dove continuò ad affinare la recitazione con Stanford Meisner alla Neighborhood Playhouse. Il suo debutto in teatro avvenne nel 1964 a Broadway nel musical The sound of music dove si mise in mostra anche per le sue doti canore aprendosi in tal modo la strada verso una ricca carriera sul palcoscenico che lo ha visto molte volte protagonista in produzioni prestigiose. Nella seconda metà degli anni Sessanta V., già affermato e stimato attore teatrale (nel 1967 aveva vinto il Theatre World Award per That summer ‒ That fall di F. Gilroy, adattamento da Fedra, al fianco di Irene Papas), prese parte a vari lavori televisivi e, nel 1967, fece la sua prima apparizione sul grande schermo in Hour of the gun (L'ora delle pistole) di John Sturges e in Fearless Frank di Philp Kaufman. Il suo primo grande successo cinematografico arrivò solo due anni più tardi con Midnight cowboy (Un uomo da marciapiede) di John Schlesinger in cui recita la parte (fortemente voluta, al fianco dell'amico Dustin Hoffman) di un giovane cowboy texano che, giunto a New York convinto di fare soldi come gigolò, rimane scottato e deluso dalla dura e indifferente realtà della grande metropoli. Il cappello da cowboy sempre calcato sulla testa, le mani serrate nelle tasche, l'andatura spavalda e spaurita al contempo, oltre a caratterizzare felicemente un'intensa interpretazione che nel 1970 gli valse la sua prima nomination all'Oscar, erano destinati a imporsi con forza nella memoria degli spettatori. Il successo ottenuto con questo film gli permise di scegliere i ruoli successivi in maniera selettiva. Da ricordare Catch-22 (1970; Comma 22) di Mike Nichols, commedia satirica non del tutto riuscita nono-stante un cast di eccellenti interpreti; l'utopico The revolutionary (1970; Il rivoluzionario) di Paul Williams, nella parte di un giovane studente convinto di fare la rivoluzione; l'inquietante Deliverance (1972; Un tranquillo week-end di paura); l'antimilitaristico Coming home, in cui è un giovane reduce di guerra rimasto paralizzato che s'innamora di un'infermiera volontaria (Jane Fonda) il cui marito è al fronte; il mélo di Franco Zeffirelli The champ (1979; Il campione), remake dell'omonimo film del 1931 di King Vidor; l'emozionante Runaway train (1985; A 30 secondi dalla fine) di Michalkov A. Končalovskij, in cui sostiene la parte di un evaso che si ritrova su un treno senza controllo a tutta velocità, per la quale ha ottenuto nel 1986 la seconda nomination all'Oscar; il drammatico Desert bloom (1986; Un fiore nel deserto) dell'esordiente Eugene Corr, in cui è un benzinaio ambiguo e alcolizzato; i fortunati Heat (1995; The heat ‒ La sfida) di Michael Mann e Mission: impossible (1996) di Brian De Palma; il riuscito The rainmaker (1997; L'uomo della pioggia) di Francis Ford Coppola; il kolossal di guerra Pearl Harbor (2001) di Michael Bay nel ruolo del presidente Franklin Delano Roosevelt; Alì (2001) di Michael Mann in cui è pressoché irriconoscibile nella parte del giornalista Howard Cosell, ruolo che gli ha fatto ottenere la sua terza nomination all'Oscar, in questo caso come attore non protagonista.
Entrambi i figli, Angelina Jolie (n. 1975) e James Haven (n. 1973), avuti dal matrimonio con l'attrice Marcheline Bertrand, hanno seguito le orme paterne.