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Jonas qui aura 25 ans en l'an 2000

di Piera Detassis - Enciclopedia del Cinema (2004)
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Jonas qui aura 25 ans en l'an 2000

Piera Detassis

(Svizzera/Francia 1976, Jonas che avrà vent'anni nel 2000, colore/bianco e nero, 115m); regia: Alain Tanner; produzione: Yves Gasser, Yves Peyrot per Citel/Action; sceneggiatura: Alain Tanner, John Berger; fotografia: Renato Berta; montaggio: Brigitte Sousselier; scenografia: Yanko Hodijs; musica: Jean-Marie Sénia.

Ginevra, 1975. Il destino riunisce otto personaggi. Max, ex giornalista e militante politico, dopo il Sessantotto correttore di bozze, e Madeleine, segretaria, occasionale seguace del tantrismo: i due, quasi per gioco, fanno fallire, o almeno così credono, un'operazione immobiliare che esproprierebbe Marguerite, orticoltrice ecologista, e suo marito Marcel, zoologo persuaso che il mondo animale sia fonte di saggezza. I due hanno assunto il disoccupato Mathieu, che quasi subito scopre la sua vocazione all'insegnamento e dà vita a una scuola 'alternativa' nella serra della fattoria. Viene però licenziato da Marguerite e deve tornare a lavorare in fabbrica, per permettere alla moglie Mathilde e al nascituro Jonas di vivere dignitosamente. Nel frattempo Marco, insegnante di storia e filosofia, si innamora di Marie, che vive alla frontiera tra Francia e Svizzera e fa la cassiera al supermarket; dopo essere stato licenziato da scuola per i suoi metodi poco ortodossi, Marco finisce ad accudire i vecchi dell'ospizio. Marie, che non faceva pagare la spesa agli anziani bisognosi, finisce invece in prigione. Jonas, il piccolo profeta, avrà 25 anni nel 2000.

Racconta John Berger, che terminò il suo sodalizio con Alain Tanner sceneggiando Jonas qui aura 25 ans en l'an 2000 (la differenza di cinque anni fra il titolo originale e quello italiano dipende dal ritardo con cui il film venne distribuito da noi): "Prima che la sceneggiatura fosse scritta, ci piaceva descriverlo come un film sui sogni individuali di trasformare il mondo. Descrivevamo questo sogno come un largo quadrato di seta colorata steso sul terreno. D'improvviso l'aria si infilava sotto la seta e la sollevava, facendola assomigliare a una tenda o a una vela. Allora dovevamo riportare questa tela verso terra, fermarla ai quattro angoli. In un certo senso è quello il movimento, la melodia del film. Vediamo continuamente sorgere una speranza colorata che, subito dopo, finisce inchiodata al terreno, al principio di realtà". Max, Mathieu, Marco, Marcel, Marie, Mathilde, Madeleine, Marguerite (otto nomi che iniziano con 'Ma', "come Marx, come maggio") rappresentano ognuno un frammento di ideologia. Ognuno a modo suo resiste, ma allo stesso tempo ha perso lo spazio gioioso dell'utopia e si confronta con il mondo del lavoro quotidiano, con le leggi dell'economia, tentando di resistere a una vita che spesso travolge e trascina sul fondo.

Il film rappresenta una svolta e assieme un punto limite nell'attività di Tanner, un riassunto di tutto ciò che il suo cinema era stato sino ad allora, anche generazionalmente, e che non poteva più essere. Un film di frontiera, al confine tra quel cinema teorico che svela il meccanismo della finzione e un diverso sentimento del narrare, meno ideologico. La meditazione sul tempo e sulla Storia e l'intento didascalico, già preannunciati nei film precedenti, arrivano qui alla loro espressione più matura e dichiarata. Tutti i personaggi rappresentano una tessera del mosaico dell'immaginario sopravvissuto alla fiammata del Sessantotto. Costruendo la sua prima vera commedia politica, Tanner li mostra in ciò che hanno di tipico e di facilmente riconoscibile, distanziandoli con lo humour, come a congedarsi da una generazione che sta per essere sepolta, schizzandone sul foglio un ritratto veloce, allegro, affettuoso. Il nuovo mondo non è arrivato, ma tutti ci provano ancora, senza illusioni magari, ma ci provano.

Al centro del film, la scuola e la pedagogia, l'Émile di Jean-Jacques Rousseau citato più volte. Il piccolo Jonas rappresenta la speranza affidata al figlio e prolunga quel tempo di vita individuale destinato a perdere la gara con la Storia. "Nel 2000 Jonas avrà venticinque anni. A venticinque anni il secolo lo risputerà fuori. Lo vomiterà, piuttosto. La balena della Storia sputerà fuori Jonas a venticinque anni. È il tempo che ci resta per aiutarlo a uscire dalla merda", recita la sceneggiatura. Ovvero, come dice Marco piangendo mentre taglia le cipolle: "Bisogna sempre sacrificarsi per il futuro. Merda. È questa la grande fregatura delle rivoluzioni. È quello che il capitalismo ha sempre predicato, del resto". Nel film coesistono passato e presente, e il futuro (Jonas) è già in grado di cancellare i segni del passato, cioè i padri, senza tuttavia annullarli.

All'interno della complessa rete di referenze filosofiche e teoriche che attraversano il film, Tanner lascia anche intravedere ‒ ed è la prima volta ‒ un tenace attaccamento alla materia, alla vita, alla biologia, alla natura, al cibo. Basti pensare alla famosa lezione inaugurale di Marco al liceo, in cui spiega ai ragazzi l'evoluzione del concetto di tempo con l'aiuto di un sanguinaccio. O al fatto che ogni incontro tra gli otto 'profeti' finisca attorno a un tavolo, attorno al cibo, mentre gli esempi e le parabole riguardano spesso il mondo animale, quello del sesso, la biologia del pianeta. Non per caso la grande resistenza/disobbedienza di Marie consisterà proprio nel non far pagare il cibo ai clienti poveri e vecchi del supermercato.

Film vitale e sorprendente, Jonas qui aura 25 ans en l'an 2000 è orchestrato in centocinquanta piani-sequenza, debitori della concezione brechtiana di messa in scena epica. I personaggi disegnati da Tanner, umanissimi e riconoscibili, sono anche qualcosa d'altro: usano e abusano della teatralizzazione, dei testi poetici, filosofici o scientifici, mentre i frequenti inserti in bianco e nero indicano i loro sogni a occhi aperti, le loro fantasie, le loro memorie storiche, le loro nostalgie politiche. Figli del proprio tempo, del cinema come linguaggio-al-lavoro, messo a nudo nei meccanismi di finzione, gli otto 'Ma' parlano e si muovono alludendo a un loro personale e collettivo teatro, costituito dalle idee utopiche che ancora li tengono in vita.

Nel 2000, Tanner è ritornato sulle tracce del suo Jonas ormai venticinquenne. Il viaggio ha prodotto il film Jonas et Lila, à demain, che in Italia non è mai stato di-stribuito. Nel film, l'ex figlio dell'Utopia (qui interpretato da Jérôme Robart) è uno studente di cinema appena diplomato che sposa Lila, una giovane donna africana. Sul suo cammino incontra Anziano, un vecchio cineasta-intellettuale in pensione avvinto dal dubbio e dalla disillusione, ma non ancora domo. Venticinque anni dopo, insomma, Jonas incontra di nuovo sulla sua strada l'utopista Alain Tanner.

Interpreti e personaggi: Jean-Luc Bideau (Max), Myriam Boyer (Mathilde), Jacques Denis (Marco), Roger Jendly (Marcel), Dominique Labourier (Marguerite), Myriam Mézières (Madeleine), Miou-Miou (Marie), Rufus (Mathieu), Raymonde Bussière (Charles), Jonas (se stesso), Pierre Holdener, Francis Reusser.

Bibliografia

[G.] Mosk[owitz], Jonah Who Will Be 25 in the Year 2000, in "Variety", August 25, 1976.

G. Lenne, Jonas qui aura 25 ans en l'an 2000, in "Écran", n. 53, décembre 1976.

F. Vitoux, Les emblèmes de la nostalgie, in "Positif", n. 189, janvier 1977.

S. Daney, Les huit 'Ma', in "Cahiers du cinéma", n. 273, janvier-février 1977.

T. Gitlin, Jonah Who Will Be 25 in the Year 2000, in "Film quarterly", n. 3, Spring 1977.

R. Stam, The subversive charm of Alain Tanner, in "Jump Cut", n. 15, July 1977.

T. Pulleine, Jonah Who Will Be 25 in the Year 2000, in "Sight & Sound", n. 2, Spring 1978.

D. Ferrario, Jonas che avrà vent'anni nel 2000, in "Cineforum", n. 191, gennaio-febbraio 1980.

Sceneggiatura: Jonas qui aura 25 ans en l'an 2000, Lausanne 1978.

Vedi anche
sceneggiatura La ripartizione in scene di un’opera teatrale, cinematografica o radiotelevisiva e il testo in cui è fissata. ● Nella cinematografia, la sceneggiatura è l’ultima fase dell’elaborazione scritta del soggetto del film: infatti designa la costruzione della struttura narrativa del film che precede le riprese, ... poesia Arte di produrre composizioni verbali in versi, cioè secondo determinate leggi metriche, o secondo altri tipi di restrizione; con una certa approssimazione si può dire che il significato di poesia è individuabile, nell’uso corrente e tradizionale, nella sua contrapposizione a prosa, in quanto i due termini ... Teatro degli Indipendenti Teatro d’avanguardia fondato a Roma nel 1922 da A.G. Bragaglia. Fu attivo fino al 1931, mettendo in scena, oltre a un repertorio sperimentale, pantomime e spettacoli di danza. umorismo La facoltà, la capacità e il fatto stesso di percepire, esprimere e rappresentare gli aspetti più curiosi, incongruenti e comunque divertenti della realtà che possono suscitare il riso e il sorriso, con umana partecipazione, comprensione e simpatia (e non per solo divertimento e piacere intellettuale ...
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aura àura s. f. [dal lat. aura, gr. αὔρα]. – 1. a. Sinon. letter. e poet. di aria, spec. per indicare l’aria in movimento: Te beata, gridai, per le felici A. pregne di vita (Foscolo); quindi, vento leggero, brezza: spirava un’a. deliziosa;...
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en plein air 〈ã plèn èr〉 locuz. avv., fr. (propr. «in piena aria»). – Fuori, all’aperto: teatro en plein air, lirica en plein air; attività ricreative en plein air. Si dice anche di dipinti eseguiti all’esterno (non cioè in studio); con...
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