Franzen, Jonathan
Franzen, Jonathan. – Scrittore statunitense (n. Western Springs 1959). I suoi primi romanzi, The twenty-seventh city (1988; trad. it. 1989) e Strong motion (1991; trad. it. 2004), nonostante gli apprezzamenti da parte della critica, ebbero scarso successo di pubblico. Il romanzo che lo afferma nel panorama letterario è The corrections (2001; trad. it. 2002), premiato col National book award e il James Tait Black memorial prize, e considerato la sua opera maggiore. Descrivendo le vicende di una tipica famiglia borghese del Midwest e concentrandosi sulle relazioni umane, lo scrittore affronta temi cruciali della società americana, dall’individualismo all’ossessione del fallimento, dal decadimento fisico alle nevrosi sessuali. Ne esce un’immagine devastante degli Stati Uniti, addolcita unicamente dalla scrittura ricca di umorismo, di umanità e di simpatia dello scrittore. Del 2002 è la raccolta di saggi, comparsi su riviste (Harper's, New Yorker) tra il 1994 e il 2001, How to be alone (2002; trad. it. 2003), il cui filo conduttore è la solitudine cui è destinato l’intellettuale in una società che sembra non aspettarsi più nulla dalla narrativa e dall’arte. Esce nel 2006 The discomfort zone: a personal history (2006), autobiografia dell'autore, e nel 2010 il romanzo Freedom (trad. it. 2011). Protagonista è ancora una famiglia del Midwest, attraverso cui F. analizza quella che è stata la reazione della società americana alla tragedia dell’11 settembre e i pericoli derivanti da un abuso di libertà. Del 2012 è la raccolta di saggi Farther away, in cui l’autore affronta le tematiche, umane e letterarie, da sempre al centro della sua riflessione: dalla rivoluzione digitale al futuro della letteratura.