GUILLÉN, Jorge
Poeta spagnolo, nato a Valladolid il 18 gennaio 1893. Dopo aver compiuto i primi studî in Svizzera e successivamente a Madrid e a Granada, fu per alcuni anni lettore di spagnolo alla Sorbona di Parigi (1917-1923), prof. di letteratura spagnola a Murcia (1925-1928), dove fondò e diresse con J. Guerrero la rivista d'avanguardia Verso y Prosa (1927-1928), ancora lettore a Oxford (1929-1931) e poi docente, in Spagna, nell'università di Siviglia durante il periodo repubblicano. Impostosi soprattutto dopo la prima edizione del suo Cántico (1928), e anche durante l'esilio negli S.U.A. (vi si era trasferito, in seguito alla guerra civile, nel 1938), G. ha continuato ad esercitare un'influenza notevole sulla più recente poesia spagnola. Nell'ultimo decennio, i ritorni frequenti in patria (seppur mai definitivi), le visite e i lunghi soggiorni in Italia (dove risiede attualmente), hanno intensificato il rapporto del poeta con la cultura europea e con le giovani generazioni del suo paese.
La poesia di G. s'inquadra negli ideali estetici della cosiddetta "generazione del'25" con coerenza forse maggiore che in ogni altro poeta spagnolo del tempo. Accanto al modello costante di J.R. Jiménez, la lettura dei simbolisti francesi, soprattutto di P. Valéry (di cui G. tradusse egregiamente, nel 1930, Le cimetière marin), rende più acuto l'impegno intellettuale del Cántico fin dalle prime redazioni (1ª ed., Madrid 1928, con 75 poesie), precisandolo al di fuori di facili lusinghe decadentistiche, in un linguaggio netto ed essenziale. Almeno a partire dall'edizione del 1936 (Madrid; arricchita di 50 poesie) il grande poema sempre in fieri (ed. di Messico 1945, con 270 poesie complessive) è l'espressione più autentica di quel canto "puro" che gli epigoni del modernismo erano andati teorizzando in un decennio senza un approdo vero e proprio. Avverso a quanto di soverchio, di modernistico, di velatamente sentimentale o crepuscolare era ancora nei moduli juanramoniani, restìo alle avventure popolaresche di un García Lorca e di un R. Alberti, G. tende a un'esperienza metafisica e purista, e la persegue con rigore, senza le deviazioni descrittive o le infatuazioni sentimentali di un G. Diego, di un P. Salinas. Misura di stile e coerenza di poetica sembrano essere i fondamenti della sua arte fino all'ultima edizione del Cántico (Buenos Aires 1950, con 334 poesie), in un processo di continuo arricchimento, al quale ha giovato come fattore d'equilibrio anche l'esperienza di critico letterario, finissimo, e di professore di letteratura, che G. ha coltivato come la poesia, allo stesso modo di Salinas, Diego, D. Alonso. Quanto fosse lontano dal puro gioco intellettuale e dall'arido simbologismo l'ideale estetico del Cántico è dimostrato con eloquenza, oggi, dalla più recente opera del G., Maremagnum (Buenos Aires 1957), che fa parte di un nuovo ciclo intitolato Clamor, che il poeta va svolgehdo e accrescendo, come l'altro, nel tempo; giacché l'apertura a una nuova concretezza, la curiosità risvegliata per i problemi più attuali della nostra epoca, l'impegno morale di cui sembra nutrirsi la nuova ispirazione non rappresentano proprio i motivi di un rovesciamento di posizioni estetiche, ma piuttosto denunciano una svolta lungamente maturata, da cui siamo indotti a ripercorrere anche la fase precedente alla luce di un'esperienza critica più ricca e a rivedere e mitigare l'astrazione di quel "purismo" poetico a cui tutto il G. del Cántico pareva legato indissolubilmente.
Altre opere: Ardor, Parigi 1931; Aleandora, Saragozza 1951; Variaciones sobre temas de Jean Cassou, 1952; El encanto de las Sirenas, Messico 1953; Huerto de Melibea, Madrid 1954; Del amanecer y el despertar, Valladolid 1956; Luzbel desconcertado, Milano 1956; Viviendo y otros poemas, Barcellona 1958. Fra le opere di critica: La poética de Becquer, New York 1943, 2ª ed., ivi 1955. Recentemente G. ha pubblicato in Italia un profilo di F. García Lorca con un carteggio inedito G.-García Lorca: Federico in persona, Milano 1960. Trad. italiane: di E. Montale, Quaderno di traduzioni, Milano 1948; di O. Macrì, Poesia spagnola del Novecento, Parma 1952, pp. 220-235.
Bibl.: A. Castro, Cántico di J.G., 1943; F. A. Pleak, The poetry of G., Princeton 1943; J. Casalduero, J. G.: Cántico, Santiago del Chile 1946; C. Bo, in Carte spagnole, Firenze 1948; F. Tentori, Poesia di J. G., in Quaderni Ibero-americani, VIII (1948); R. Gullón e M. Blecua, La poesia de J. G., Saragozza 1949; M. Pinna, J. G., in Belfagor, V (1959).