IVENS, Joris
Autore di documentari cinematografici olandese, nato a Nimega il 18 novembre 1898, morto a Parigi il 28 giugno 1989. Sottotenente durante la prima guerra mondiale, nel 1922-23, al Politecnico di Charlottenburg (Germania), si specializzò in chimica e tecnica fotografica: studi che lo condussero a ricerche sul ritmo cinematografico influenzate dai movimenti d'avanguardia europei. Di particolare interesse De Brug (Il ponte, 1928) e Regen (Pioggia, 1929), che incuriosirono il regista sovietico V. Pudovkin. Durante un viaggio nel 1930 in Unione Sovietica (dove girerà, nel 1932, il mediometraggio Pesn' o gerojach - Komsomol, "Canto degli eroi - Komsomol") approfondì la conoscenza di opere e personalità del cinema rivoluzionario sovietico.
Il lavoro, il rapporto che intercorre fra l'uomo, la natura e la società − temi ricorrenti anche nella successiva attività di I. − sono esaltati da un montaggio cinematografico di rigorosa essenzialità in Zuiderzee (1930-34), sulla costruzione di una diga, e in Borinage (1933), su uno sciopero di minatori. Per i propri documentari I. utilizza materiale di repertorio, riprese dal vero, ricostruzioni di avvenimenti, secondo i moduli della cineattualità, sposando le teorie sul ''cineocchio'' di D. Vertov ai metodi di R. Flaherty, favorevole quest'ultimo a una riflessione sociologica sul dato preso in esame.
Nel 1935 I. lasciò l'Olanda, dove tornerà solamente nel 1966, al termine di un trentennio di viaggi che lo porteranno in ogni parte del mondo (sarà soprannominato ''L'Olandese volante''), là dove, con eccezionale tempismo, la sua cinepresa potesse documentare avvenimenti destinati a incidere profondamente sul tessuto storico: nel 1937 fu in Spagna per la guerra civile (Spanish Earth, Terra di Spagna, commento di E. Hemingway); nel 1938 in Cina (The 400 Million, I 400 milioni); nel 1939-43 negli Stati Uniti e in Canada, contribuendo all'illustrazione dei progetti del New Deal e alla mobilitazione a favore della guerra in Europa e in Asia; nel 1946 − allontanato dall'Indonesia − si schierò a favore dell'indipendenza della colonia olandese in Indonesia calling, realizzato in Australia; dal 1949 al 1956 visse nell'Europa orientale; in Cina, nel 1958, girò Before spring/Lettre de Chine e 600 Million with you.
In ogni territorio soggetto a rivoluzioni o a radicali mutamenti I. cerca di capire, documentandolo o esaltandolo, quanto vi avviene: nel 1960, su commissione di E. Mattei, dimostra che L'Italia non è un paese povero e, più avanti, affianca i movimenti comunisti nella Cuba castrista, nel Chile di Allende, nel Vietnam, nel Laos, nella Cina uscita dalla ''rivoluzione culturale'' (un ciclo di dodici ore, articolato su dodici episodi: Comment Yukong déplaça les montagnes, 1976). Un denso corpus di opere composte in sessant'anni di attività, il fascino intellettuale di una ricerca mai interrottasi (Une histoire de vent, Io e il vento, 1988, coregia di M. Loridan, è un testamento di robusta tensione poetica), l'influenza esercitata su interessanti cineasti (i fratelli Taviani, per es.) fanno di lui un cineasta che, nel settore della documentazione sociale, ha lasciato traccia di una forte personalità.
Bibl.: J. Ivens, cinquant'anni di cinema, a cura di G. Gambetti, Venezia 1979; J. Ivens, Io-cinema, autobiografia di un cineasta, Milano 1979; R. Destanque, J. Ivens, J. Ivens o la memoria di uno sguardo, a cura di G. Gambetti, Roma 1988.