Ivens, Joris
Regista cinematografico nederlandese, nato a Nijmegen il 18 novembre 1898 e morto a Parigi il 28 giugno 1989. Autore di una cinquantina di documentari girati in ogni parte del mondo, va annoverato fra i documentaristi più noti e famosi.Si accostò al cinema dopo avere studiato economia in patria e chimica e fotografia in Germania (Technische Hochschule, Charlottenburg, Berlino), dove lavorò tra il 1924 e il 1925 presso gli stabilimenti fotografici di Dresda (ICA e Ernemann) e di Jena (Zeiss). Tornato in Olanda, divenne direttore tecnico della CAPI, la ditta paterna di materiale fotografico. Il suo esordio nella regia sembra sia avvenuto con il western De brandende straal o De wigwan (1911, La freccia infuocata o La tenda indiana), girato a soli tredici anni in famiglia. Nel 1927, ad Amsterdam, fu tra i fondatori della Filmliga, un'associazione cinematografica organizzata attorno a uno dei primi cineclub, in cui si proiettarono, fra l'altro, film delle avanguardie europee.
Nel filone dell'avanguardia possono essere inseriti i suoi primi film lirico-documentari, De brug (1928, Il ponte), Branding (1929, Frangenti), Regen (1929, Pioggia), questi due realizzati in collaborazione con Mannus Franken; soprattutto il primo, uno studio cinematografico, ritmico e poetico, sulle strutture e le funzioni di un ponte levatoio di Rotterdam, che fu accolto con entusiasmo nei circoli avanguardistici europei. Invitato in Unione Sovietica da Vsevolod I. Pudovkin nel dicembre 1929, vi rimase tre mesi e vi tornò nel 1932 per realizzare Pesn′ o gerojach ‒ Komsomol (Il canto sugli eroi), un documentario sulla gioventù comunista. Questo soggiorno influì notevolmente sulla sua ideologia e poetica, da un lato rinvigorendo il suo impegno politico che lo aveva visto militare nelle file della sinistra negli anni Venti, dall'altro orientando il suo stile verso un cinema sociale e politico in cui gli esperimenti formali cedevano il passo a una visione e a una rappresentazione più realistiche. Da questa esperienza nacquero le opere successive, in cui le questioni formali, mai trascurate da I., risultarono subordinate ai problemi fondamentali della documentazione sociale e della critica ideologica. Così Misère au Borinage (1933), realizzato in Belgio in collaborazione con Henri Stork, oltre a essere un bellissimo saggio di cinema 'puro', è anche e soprattutto una descrizione vivida e polemica della condizione dei minatori belgi; mentre Nieuwe gronden (1934, Nuova terra, basato in parte sul materiale del precedente Zuiderzee, 1930) affianca alle splendide sequenze sulla costruzione della diga una serie di immagini, commentata da una canzone di Bertolt Brecht e Hanns Eisler, che denuncia la crisi economica del tempo mettendone in luce le cause e le responsabilità politiche. I film seguenti furono ancor più legati all'attualità politica, impegnando direttamente l'autore e il pubblico in un dibattito ideologico non equivoco: da Spanish Earth (1937), sulla guerra civile spagnola, con commento e voce di E. Hemingway, a The 400 million (1938), sulle condizioni sociali della Cina, invasa dalle truppe giapponesi; da Power and the land (1940), realizzato per conto del Dipartimento di agricoltura del governo statunitense sui problemi connessi all'elettrificazione delle campagne, a Our Russian front (1941), in collaborazione con Lewis Milestone, un ampio documentario di montaggio sulla guerra in corso sul fronte russo. Dopo il secondo conflitto mondiale venne inviato dal governo olandese in Indonesia, dove realizzò Indonesia calling (1946), parteggiando per l'indipendenza del Paese (contro le autorità olandesi). Nel 1947 si trasferì a Praga e nel 1957 a Parigi, dove incontrò Marceline Loridan, che divenne la sua compagna e collaboratrice. Intanto continuò a realizzare numerosi documentari un po' dovunque, fra cui: Das Lied der Ströme (1954) sulla condizione dei lavoratori in varie parti del mondo; L'Italia non è un paese povero (1960), in collaborazione con Paolo e Vittorio Taviani e Valentino Orsini, film inchiesta sull'Italia meridionale; Le ciel, la terre (1965) e 17ème parallèle (1967), ambedue sul Vietnam e la guerra antiamericana; e soprattutto l'ampio film in dodici capitoli Comment Yukong déplaça les montagnes (1976), sulla società comunista cinese. In questo vasto panorama di opere 'impegnate' spiccano, per una loro 'estraneità' (almeno apparente), tanto da rifarsi ai primi saggi cinematografici del regista, La Seine a rencontré Paris (1957; Quando la Senna incontra Parigi), basato su un testo di Jacques Prévert e premiato come miglior documentario ai festival di Cannes e di San Francisco, À Valparaíso (1963), Pour le mistral (1965), ai quali si può aggiungere il film a soggetto realizzato in collaborazione con Gérard Philipe, che ne fu anche protagonista, Les aventures de Till l'Espiègle (1956; Le diavolerie di Till), un divertente e divertito spettacolo fantasmagorico, con risvolti populisti e genericamente socialisti. Questioni formali e spirito umanitario che si ritrovano nell'ultimo suo film, Une histoire de vent (1988; Io e il vento), in cui documentarismo e finzione si mescolano in un'opera di straordinaria suggestione poetica.Nel 1969 era uscita l'autobiografia The camera and I, della quale esistono tre versioni: l'olandese Autobiografie van een filmer (1970), la tedesca Die Kamera und Ich. Autobiographie eines Filmers (1974) e l'italiana Io-cinema. Autobiografia di un cineasta, a cura di V. Tosi (1979). Tra le sue sceneggiature vennero pubblicate nel 1945 Zuiderzee, a cura di C. Terzi, e nel 1968 17ème parallèle. Insieme a R. Destanque pubblicò inoltre Joris Ivens ou la mémoire d'un regard (1982; trad. it. Joris Ivens o la memoria di uno sguardo, 1988).
W. Klaue, M. Lichtenstein, H. Wegner, Joris Ivens, Berlin 1963.
A. Zalzman, Joris Ivens, Paris 1963.
R. Grelier, Joris Ivens, Paris 1965.
H. Wegner, Joris Ivens. Dokumentarist der Wahrheit, Berlin 1965.
K. Kreimeier, Joris Ivens: ein Filmer an den Fronten der Weltrevolution, Berlin 1976 (trad. it. Il cinema di Joris Ivens, Milano 1977).
Joris Ivens: 50 ans de cinéma, éd. J.-L. Passek, Paris 1979.
C. Devarrieux, Entretiens avec Joris Ivens, Paris 1979.
Joris Ivens. Cinquant'anni di cinema, a cura di G. Gambetti, Venezia 1979.
S. Cavatorta, D. Maggioni, Joris Ivens, Firenze 1979.