ALTAFINI, José
Brasile-Italia. Piracicaba (Brasile), 24 luglio 1938 • Ruolo: centravanti • Esordio in serie A: 21 settembre 1958 (Milan-Triestina, 2-0) • Squadre di appartenenza: 1954: Piracicabano; 1955-58: Palmeiras; 1958-65: Milan 1965-72: Napoli; 1972-76: Juventus; giugno-luglio 1976: Toronto Italia; 1976-77: Chiasso; maggio-giugno 1979: Chiasso; 1981-82: Mendrisiostar • Nella nazionale brasiliana: 8 presenze e 4 reti (esordio:16 giugno 1957, Brasile-Portogallo, 3-0) • Nella nazionale italiana: 6 presenze e 5 reti (esordio:15 ottobre 1961, Israele-Italia, 2-4) • Vittorie: 4 Campionati italiani (1958-59, 1961-62, 1972-73, 1974-75), 1 Campionato canadese (1976), 1 Coppa dei Campioni (1962-63), 1 Coppa delle Alpi (1965-66), 1 Campionato del Mondo (1958)
Centravanti classico, dotato di una tecnica sopraffina, abile negli scatti, nei palleggi e nel dribbling, è stato uno degli attaccanti più prolifici di tutti i tempi.
Acquistato dal Milan subito dopo avere vinto il Mondiale del 1958 in Svezia con la maglia del Brasile, mostra per intero il suo valore realizzando 216 reti nelle 459 partite disputate in serie A, anche con la Juventus e il Napoli. Come già in Brasile, anche in Italia lo chiamano 'Mazzola' per una certa somiglianza con Valentino Mazzola, capitano del Grande Torino. Celebri, ai tempi del Milan, i suoi scontri con Gipo Viani, il ruvido direttore tecnico rossonero che, per sottolinearne la scarsa propensione a un gioco forte e aggressivo, lo etichetta con il soprannome di 'coniglio'. Tuttavia, con la sua classe, Altafini firma imprese importanti: nel 1961-62 è capocannoniere della serie A; nel 1962-63, con il record tuttora imbattuto di 14 reti segnate in una sola edizione, guida il Milan alla prima vittoria della Coppa dei Campioni per una squadra italiana (e anche a Wembley, nella finale, segna i due gol con cui il Milan sconfigge il Benfica di Eusebio). Nel 1964-65 ingaggia una lunga trattativa con il club rossonero, per questioni economiche, e si ripresenta a Milano soltanto a metà stagione, quando, con 7 punti di vantaggio sull'Inter, lo scudetto sembra ormai sicuro; ma proprio in coincidenza con il suo ritorno in squadra, il Milan crolla e si fa sorpassare dai neroazzurri. Ceduto al Napoli per 110 milioni, Altafini ha poi modo di giocare per due Campionati con Sivori. Quando, ormai trentaquattrenne, passa alla Juventus, nessuno sembra più disposto a scommettere su di lui. Invece, giocando spezzoni di partite e firmando gol determinanti, riesce a vincere altri due scudetti in quattro anni. Chiude la carriera in Svizzera, dopo una fugace apparizione nel Campionato canadese. In nazionale, approfittando delle regole sugli oriundi, veste sia la maglia del Brasile sia, con poca fortuna, quella dell'Italia.