CALCAÑO, José Antonio
Poeta venezolano, di origine italiana, nato a Cartagena nel 1827, ivi morto nel 1897. Dagli studi di medicina passò alla carriera diplomatica, e fu console a Liverpool per venti anni. I contemporanei apprezzarono la sua personalità di artista e di letterato: il Campoamor, a lui legato dalla comune sensibilità romantica, lo propose come corrispondente dell'Accademia spagnola, e i suoi compatrioti gli affidarono la direzione dell'Accademia venezolana. Nato in una famiglia di poeti, ne respirò la comune educazione, ma si distinse dai fratelli Eduardo e Julio per la ricca vena lirica. Le sue migliori qualità si affermano nel verso, più che nella prosa delle novelle e delle leggende (Los dos leños e El Loco de la montaña). Iniziatosi alla cultura classica, come in Silva á la Academia Española, il suo temperamento si rivelò essenzialmente romantico. Dall'imitazione di Leopardi, Lamartine, Espronceda, trovò accenti proprî, appassionati e coloristici (Obras poéticas, Parigi 1895). Amaro o idillico in Á Orillas de Tamaira, ricordi nostalgici della giovinezza, tenta tutte le note sentimentali della malinconica musa. Disilluso in Amor é Inocencia, travagliato in El Ciprés, desolato in La Muerte, fino ai richiami tenui e sfumati del paesaggio natio, come in La hoja, La Flor del tabaco, La Maga, ecc. La letteratura venezolana ritrova in lui il suo lirico più delicato.