BALLIVIÁN, Josè
Uomo politico boliviano nato a La Paz nel 1804. Ancora giovanissimo, combatté nella guerra per l'indipendenza dell'Alto Perù; poi, costituitosi lo stato boliviano (1826), prese parte alle lotte interne che portarono all'assassinio di Antonio José de Sucre (1828), e alla campagna peruviana vittoriosamente condotta dal presidente Andrés Santa Cruz (1836). Durante il periodo detto della restaurazione, si ribellò con altri due colonnelli contro il governo del generale José Miguel Velazco (1839), e quando la ribellione fu domata fu costretto a emigrare. Nel 1841 ritornò in patria, spodestò il Velazco, e avuta la presidenza della repubblica, diresse la nuova campagna contro il Perù, che aveva invaso la provincia di La Paz, e la portò a felice compimento con il combattimento di Ingavi. Nel 1843 riunì la convenzione allo scopo di farsi nominare presidente benemerito per la durata di 8 anni; emanò poi una costituzione di carattere accentratore. Come capo dello stato, José Ballivián, detto il Grande in contrasto con suo figlio Adolfo, detto il Piccolo, provvide allo sfruttamento del corso del Pilcomayo e alla sistemazione della via fluviale dell'Amazzoni, di cui esplorò gli affluenti. Amministrò lo stato onestamente, e incoraggiò lo sviluppo della cultura nazionale. Profittando della sua assenza dal governo, nel quale era sostituito dal generale Guitarte, il Velazco provocò una rivoluzione, che obbligò José Ballivián a fuggire nel Chile (1848). Tentò ancora di riguadagnare il potere; rifugiatosi nel Brasile, vi morì nel 1852.
Suo figlio Adolfo, nato a La Paz nel 1833, morto ad Oruro nel 1874, fu presidente della Bolivia dal 1872 al 1874.
Bibl.: A. Arguedas, Historia general de Bolivia, La Paz 1922; S. Pinilla, La creación de Bolivia, Madrid s. a.; J. Sanjinés, Bolivia bajo las presencias de Morales, Ballivián y Frias, Santiago del Chile, 1900.