Saramago, Jose de Sousa
Saramago, José de Sousa. ‒ Scrittore, critico letterario, poeta, drammaturgo e giornalista portoghese (Azinhaga 1922 - Tías 2010). Ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura nel 1998. Oppositore della dittatura di A. Oliveira Salazar, iscritto al Partito comunista clandestino dal 1959, a metà degli anni Cinquanta collabora con la casa editrice Estúdios Cor come traduttore (in seguito ne sarà direttore tecnico), mentre è critico letterario per la rivista Seara Nova e redattore del quotidiano Diário de Lisboa. Nel 1947 pubblica Terra do pecado, romanzo sui patimenti di una giovane vedova, episodio ripudiato da S., la cui carriera letteraria inizierà nel 1966 con la pubblicazione delle poesie di Os poemas possíveis (trad. it. 2002), a cui seguono negli anni Settanta diverse opere teatrali e cronache, tra cui Deste mundo e do outro (1971; trad. it. 2006). La prosa letteraria di S. è caratterizzata da un personalissimo ‘stile orale’ a più voci, sperimentato per la prima volta nel romanzo Levantado do chão (1980; trad. it. Una terra chiamata Alentejo, 1992): un flusso ininterrotto di dialoghi, separati da virgole e scanditi dall’uso delle maiuscole, pronunciati da personaggi senza nome. Sul piano dei contenuti, primeggia un’allegorica rilettura in chiave sovversiva e riumanizzante di eventi storici e religiosi, come la storia dell’Inquisizione portoghese nel 17° secolo, in Memorial do convento (1982; trad. it. 1993), il viaggio nell’oceano di una penisola iberica che si stacca dal continente, in A jangada de pedra (1986; trad. it. 1997), e lo scandaloso O Evangelho segundo Jesus Cristo (1991; trad. it. 1998). Se Ensaio sobre a cegueira (1995; trad. it. Cecità, 1996), trasposto in un film da F. Mereilles nel 2008, è la descrizione di un’epidemia di cecità che è metaforica condizione interiore della coltivata indifferenza che definiamo ragione; opere come Ensaio sobre a lucidez (2004; trad. it. 2004), apologo sull’arroganza del potere in un Paese dove il voto elettorale ha una maggioranza di schede bianche, e As intermitências da morte (2005; trad. it. 2005), storia grottesca delle difficoltà di una società dove la morte non esiste più, stigmatizzano i paradossi di un’umanità a cui la ragione collettiva strappa la dignità individuale. Nel 2009 appare Caim (trad. it. 2010), rilettura della figura biblica del figlio negletto e vilipeso che diviene spietato uomo di potere, archetipo di una società fondata sulla sopraffazione. Di singolare importanza gli scritti ‘indignati’ di Cuaderno (2009; trad. it. Il quaderno. Testi scritti per il blog, 2009), raccolta di interventi polemici dello scrittore rilasciati in Internet.