DANHAUSER, Josef
Pittore, nato il 19 agosto 1805 a Vienna, morto ivi il 4 maggio 1845, figlio di Josef Danhauser, proprietario d'una grande fabbrica di mobili e d'oggetti di scultura, che ebbe una parte importante nella storia del mobile viennese nell'epoca Biedermeier. Il giovane D. fece i suoi studî all'Accademia con Peter Kraft, e l'esecuzione di scene dall'epopea Rudolphias di Ladislaus Pyrker (Museo di Budapest) gli valse da parte del poeta un invito a Venezia e, in conseguenza, l'opportunità di studiare i grandi maestri veneziani. Se ne vede l'influenza nell'affresco, Maria che intercede per le anime derelitte, che egli, tornato a Vienna col Pyrker, eseguì su una parete esteriore della chiesa di S. Stefano. Costretto dalla morte del padre (1830) ad assumere la direzione della fabbrica di mobili, profuse disegni di mobili nuovi (si conservano ancora in famiglia), nei quali gli elementi rococò apparivano trasformati nello stile Bieder meier (v.j. Dopo il 1831, tornato alla pittura, dipinse ritratti e quadri d'altare, chiudendo questo periodo col grande quadro d'altare per il duomo di Erlau (1834, Giovanni Evangelista). Intanto la sua tavolozza si arricchiva per l'influenza dell'Amerling, e forse anche per quella dei romantici francesi, e dalle nuove esperienze coloristiche che allontanavano dal D. i vecchi mecenati, uscivano l'Espulsione di Agar (1835); il Ricco Epulone (1836), la Minestra del convento (1838, Vienna, Belvedere). Negli anni avanzati il D. dipinse quadretti rappresentanti la vita della piccola borghesia e dei bambini, schiarendo il suo cromatismo in tenui sfumature e in tinte trasparenti e quasi argentee. Fu anche fecondo ritrattista.
Bibl.: A. Rössler, J. D., Vienna 1911; H. Tietze, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VIII, Lipsia 1913.