MACHAR, Josef Svatoplux
Poeta cèco, nato a Kolín il 29 febbraio 1864, da una famiglia di mugnai; fu impiegato per varî anni a Vienna e dopo la guerra fu, dal 1919 al 1924, ispettore generale dell'esercito cecoslovacco.
Nel suo primo volume di versi Confiteor (1887) predominano imitazioni e riecheggiamenti romantici. Una maggiore indipendenza manifestò invece nella raccolta di epistole poetiche Tristium Vindobona (1893), in cui la nota ironica vince quella puramente sentimentale. E con la nota ironica anche quella sociale si farà sentire d'ora in poi in tutte le raccolte, come nella famosa Zde by měli kvést rêže (Qui dovrebbero fiorir le rose, 1894), dedicata alla vita femminile. Col poemetto satirico Boží bojovníci (I guerrieri di Dio, 1896) cominciò il periodo di polemica sociale e politica che intorbidò la pura ispirazione poetica di M., solo in parte salvata dalla visione del paganesimo ellenico nelle raccolte V záři hellenského slunce (Nello splendore del sole ellenico, 1905), Jed z Judey (Il veleno dalla Giudea, 1906) e Golgatha (1901). Troppa teoria, troppo spirito critico turbano la poesia delle raccolte successive riunite nel ciclo Svědomím věku" (La coscienza dei secoli). Tra i libri polemici è da ricordare il libello contro il cattolicismo Řím (Roma).
Una buona scelta delle poesie di M. è nella Macharova čítanka (Praga 1899). Trad. tedesche: Im Strahl der hellenischen Sonne; Das Gift aus Juda, Barbaren (Vienna 1919).
Bibl.: V. Martínek, J. Sv. M., Praga 1912; A. Novák, Muzové a osudy (Uomini e destini), 1913.