MALARET, Joseph barone de
Diplomatico francese, nato a Tolosa il 17 gennaio 1820, morto a Verteil il 23 maggio 1886. Già segnalatosi alla legazione di Francia a Berlino, il M. fu inviato come ministro plenipotenziario di Francia alla corte di Torino, dopoché l'imperatore Napoleone III, irritato dai fatti di Aspromonte e anche dalla circolare del ministro degli Affari esteri italiani G. Durando che riaffermava audacemente il programma unitario del governo di Vittorio Emanuele II, volle cercare di resistere alle aspirazioni nazionali italiane. Il M. fu chiamato a essere l'interprete di questo programma dell'imperatore. Nondimeno la forza delle cose indusse ben presto l'imperatore Napoleone III a negoziare con G. Pasolini, con M. Minghetti e con E. Visconti Venosta la convenzione di settembre. Il M. fu coinvolto nella polemica circa la portata di quella clausola della convenzione che prevedeva il trasporto della capitale d'Italia da Torino a Firenze e che produsse tanta esacerbazione negli animi dei Piemontesi. Il M. seguì la corte italiana a Firenze e fu il tramite ufficiale di negoziati per la cessione del Veneto e per la sistemazione della questione romana, che tanto Napoleone III quanto Vittorio Emanuele II fiancheggiavano volentieri anche con trattative affidate ad agenti segreti, quali il conte A. Vimercati e il dottor Conneau. All'epoca della grave tensione fra le due corti che coincise con la battaglia di Mentana, il M. sarebbe stato oggetto di approcci da parte del re Vittorio Emanuele II perché si lasciasse indurre a partecipare alle trattative nelle quali la politica personale del re mirava ad anticipare su quella più prudente dei suoi ministri. I risultati non devono essere stati incoraggianti perché il M. fu di nuovo lasciato all'oscuro dei negoziati svoltisi ancora una volta per mezzo del Vimercati allo scopo di concludere la progettata triplice alleanza austro-franco-italiana. Solo nell'estate del 1870, nell'imminenza del conflitto armato fra la Francia e la Prussia e negli affannosi tentativi di assicurarsi alleati subito dopo lo scoppio della guerra, Napoleone III e il ministro degli esteri duca A.-A. di Grammont si rivolsero al M. per esortarlo a fare ogni sforzo per riannodare gli accordi sospesi per la riluttanza del governo francese ad ammettere l'occupazione di Roma da parte degl'Italiani. Il M. lasciò la carica dopo la caduta dell'Impero.