BEUYS, Joseph
Artista tedesco, nato a Krefeld il 12 maggio 1921, morto a Düsseldorf il 23 gennaio 1986. Conseguita la maturità classica, a Kleve nel 1940 si orienta verso studi di medicina. Pilota in guerra, rimane ferito nella caduta di un aereo in Russia ed è poi fatto prigioniero. Tornato a Kleve, nell'attenzione rivolta alle scienze naturali emergono i suoi interessi per l'arte: l'analisi ''atomistica'' trapassa in un'interpretazione ''plastica'' delle potenzialità formali degli elementi. Dal 1947 al 1951 frequenta la Staatliche Kunstakademie di Düsseldorf seguendo corsi di J. Enseling ed E. Mataré. Nel 1967 fonda l'Organisation für direkte Demokratie durch Volksabstimmung e dopo essere stato rimosso nel 1972 per ragioni politiche dall'insegnamento di scultura, svolto dal 1961 presso l'Accademia di Düsseldorf, costituisce una Freie internationale Hochschule für Kreativität und interdisziplinäre Forschung.
Impregnato della cultura del primo romanticismo tedesco, alimentato dalla coscienza panica delle forze che legano l'uomo alla natura e alla materia, tra la fine degli anni Quaranta e i Cinquanta evidenzia, in una figurazione di essenzialità espressionista, lo specifico dei materiali e delle tecniche. Passa quindi all'assemblaggio di oggetti di rifiuto e di sostanze deperibili e povere, pervenendo nel 1962, all'interno del gruppo Fluxus ma con posizione autonoma, alle sue prime ''azioni'' sostenute da una struttura spazio-temporale e con una forte componente magico-rituale e simbolica anche negli elementi esibiti (grasso, feltro, animali e il suo stesso corpo): il grasso, per es., si istituisce, per la sua amorfa energia plastica, come potenziale inesauribile di manipolazioni formali.
Negli anni Settanta l'esigenza di dialogo, quasi una vocazione, connota spesso le performances come occasioni per esporre verbalmente la propria concezione politico-religiosa, fondata sulla coincidenza tra autodeterminazione, libertà individuale e creatività. Nel concepire infatti l'arte come processo liberatorio, svincolato dai tradizionali media, B. ne afferma un concetto globale che, alla crisi generale e all'alienazione del positivismo materialista, borghese e marxista, oppone una nuova possibilità organizzativa dell'uomo tra spiritualismo mistico e scientismo sperimentale. Sulla base di un nesso inscindibile tra creazione-vita-politica teorizza, dichiarando che il silenzio enigmatico di M. Duchamp è sopravvalutato, non tanto la negazione quanto un'espansione illimitata e radicale dell'idea di arte e qualità. Nella sua attività (oggetti, azioni, installazioni, interviste, multipli, ecc.) che lo ha visto protagonista indiscusso, anche se inquietante e controverso, sulla scena internazionale, con una serie di facili proseliti, unificante è stato l'esercizio del disegno di sottile, raffinata valenza formale, ove filamenti di figure, donne, scheletri, montagne si intercalano a segni, scritture, diagrammi astratti quali linee di tensione. Vedi tav. f. t.
Bibl.: G. Adriani, W. Konnertz, K. Thomas, J. Beuys, Colonia 1970; H. van der Grinten, J. Beuys: Sammlung Hans und Franz Josef van der Grinten, Innsbruck 1971; F. J. van der Grinten, J. Beuys: Zeichnungen und Objekte 1937-1970 aus der Sammlung van der Grinten, Stoccolma 1971; G. Celant, Beuys, tracce in Italia, Napoli 1978; M. Schwarz, D. Koepplin, J. Beuys: Zeichnungen, Bildobjekte, Holzschnitte, Karlsruhe 1980; L. De Domizio, B. Durini, I. Tomassoni, Incontro con Beuys, Pescara 1984; Beuys zu Ehren, Städtische Galerie in Lenbachhaus, Monaco 1986; C. Bastian, H. Bastian, D. Koepplin, J. Beuys: i, Skulpturen und Objekte; ii, Zeichnungen. The secret block for a secret person in Ireland, Monaco 1988 (con bibl. prec.).