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HALL, Joseph

di Mario Praz - Enciclopedia Italiana (1933)
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HALL, Joseph

Mario Praz

Ecclesiastico e poeta satirico, nato a Bristow Park (Leicestershire) il 1 luglio 1574, morto a Higham presso Norwich l'8 settembre 1656. Studente a Cambridge, imitò i satirici latini nel volume di satire in versi Virgidemiarum (1597). I suoi scritti devoti attirarono l'attenzione del principe ereditario che lo nominò dei suoi cappellani nel 1608. Nel 1627 fu creato vescovo di Exeter, sede che egli cambiò con quella di Norwich nel 1641. Prese parte alla controversia tra arminiani e calvinisti, proponendo un compromesso.

Il suo scritto polemico più notevole in difesa della Chiesa anglicana, An Humble Remonstrance to the High Court of Parliament (1640-41), gli attirò violenti attacchi da parte dei cinque puritani associati sotto lo pseudonimo "Smectymnuus", e provocò una controversia a cui prese parte anche il Milton, schierandoglisi contro. Fu imprigionato e in seguito spodestato dai puritani.

Merita un posto nella storia letteraria per avere, contemporaneamente a John Donne e John Marston, messo in voga alla fine del Cinquecento un genere di satira dallo stile qua e là deliberatamente rozzo, e per aver imitato Teofrasto nei Characters of Virtues and Vices (1608). Il suo stile è robusto e agile, ma non si segnala per maestria d'arte. Lasciò un gran numero di opere di carattere devoto e polemico.

La migliore edizione delle opere complete è quella a cura del Rev. Philip Wynter, Oxford 1863; Complete Poems, a cura di A. B. Grosart, Londra I879. Le satire sono state ripubblicate sovente.

Vocabolario
hall
hall ‹hòol› s. ingl. [voce di origine franca, come il fr. halle] (pl. halls ‹hòol∫›), usato in ital. al femm. – Grande sala d’ingresso e di sosta in ritrovi e locali come club e alberghi, in edifici pubblici, in case signorili; in partic.,...
music-hall
music-hall ‹mi̯ùu∫ik hòol› s. ingl. (propr. «sala di musica»; pl. music-halls ‹... hòol∫›), usato in ital. al masch. – 1. Teatro di varietà. 2. Spettacolo di varietà.
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