LOSEY, Joseph
(pseud. di Walton, Joseph)
Regista cinematografico statunitense, nato a La Crosse (Wisconsin) il 14 gennaio 1909, morto a Londra il 22 giugno 1984. Laureatosi ad Harvard in letteratura inglese, esordì a New York nella regia teatrale (Galileo di B. Brecht, 1947). Un soggiorno in URSS, dove frequentò la scuola cinematografica di S. Ejzenštejn, e l'amicizia con D. Trumbo e J.H. Lawson, lo avvicinarono alla politica attiva.
I primi film esplicitano la sua partecipazione alle battaglie culturali dell'epoca: il messaggio pacifista di The boy with the green hair (Il ragazzo dai capelli verdi, 1948) e l'antirazzismo di The lawless (Linciaggio, 1950) non lasciano dubbi sull'orientamento politico di L., che nel 1952 − dopo aver girato altri tre film tra cui M (1951), rifacimento del noto film (1931) di F. Lang − è costretto ad abbandonare gli Stati Uniti. Da Roma, dove giunge nel 1952 e firma il confuso Imbarco a mezzanotte, raggiunge Londra. Qui tra il 1954 e il 1962 dirige, talvolta usando pseudonimi, film a basso costo, ma qualcuno di alta reddittività (fra l'altro The Damned, Hallucination, 1962; Eva, 1962), e numerosi shorts pubblicitari.
Da questo momento in poi, L. alterna l'introspezione psicologica alle rimostranze sociali. The servant (Il servo, 1963; Nastro d'argento 1966) è un'indagine sulla degradazione fisica e morale di un padrone e del suo cameriere, il successivo King and Country (Per il re e per la patria, 1964) stigmatizza aspramente la perversa logica della guerra. Se Modesty Blaise (Modesty Blaise, la bellissima che uccide, 1966) è un divertimento un po' sconnesso, Accident (L'incidente, 1967; premio della giuria a Cannes) e più ancora The Go-between (Messaggero d'amore, 1971; Palma d'oro a Cannes), entrambi, come già The servant, scaturiti dalla collaborazione, in fase di sceneggiatura, con H. Pinter, evocano atmosfere e sensazioni sottilmente morbose e assai ambigue, proprie del rituale aristocratico e alto borghese.
Meno incisivi Boom (La scogliera dei desideri, 1968), Secret ceremony (Cerimonia segreta, 1968), Figures in a landscape (Caccia sadica, 1970), ma costante la maestria tecnica e la coerenza di L. nel suggerire non effimere impressioni figurative e profonde riflessioni ideali, come in The assassination of Trotzky (L'assassinio di Trotzky, 1972), e soprattutto in Mr. Klein (1976, Prix César), dall'indubbia influenza kafkiana. Ad alcune pregevoli trasposizioni di testi teatrali (Casa di bambola, 1973, da H. Ibsen; Galileo, 1973, da B. Brecht) fanno riscontro la flebile ripresa della tematica politica in Les routes du sud (Le strade del sud, 1978) e il ripiegamento su ricami formali in The romantic English woman (Una romantica donna inglese, 1975). Vedi tav. f.t.
Nel 1979 rivisita con esiti controversi il Don Giovanni mozartiano; nel 1982 sigla l'amaro e angosciante La truite e nel 1984 Steaming (Steaming-Il bagno turco), una vicenda di nevrosi femminili.
Bibl.: M. Porro, J. Losey, Milano 1978; M. Ciment, Le livre de Losey, Parigi 1979 (trad. it., Roma 1983); G. Cremonini, G. De Marinis, J. Losey, Firenze 1981; E. De Rham, J. Losey, Londra 1991.