Uomo politico francese (Le Mans 1863 - ivi 1944). Eletto deputato nel 1898, fu membro autorevole, anche se impopolare, del partito radicale e, ministro delle Finanze con Waldeck-Rousseau (1899), poi con Clemenceau (1906), introdusse l'imposta sul reddito. Avversato dai conservatori, presidente del Consiglio (giugno 1911), il suo atteggiamento conciliante nell'incidente di Agadir gli attirò l'odio dei nazionalisti; rovesciato da Clemenceau l'11 genn. 1912, si orientò verso i socialisti, e fu con J. Jaurès oppositore della guerra. Scoppiata questa nel 1914, il C., che nel 1913 era stato ministro delle Finanze e si era dovuto dimettere nel marzo 1914 per aver sua moglie ucciso il giornalista G. Calmette che sul Figaro aveva condotto contro di lui un'aspra campagna diffamatoria, ricoprì varie cariche, ma il suo desiderio di una pace sollecita e i suoi rapporti personali con spie nemiche (come P.-M. Bolo) gli valsero nel dic. 1917 l'accusa d'intelligenza col nemico. Condannato dall'Alta Corte di giustizia a una lieve pena (1920), dopo il 1924 rientrò nella vita politica, tenne il portafoglio delle Finanze in varî gabinetti fino a quello di F. Buisson (giugno 1935). Ha scritto: Mes memoires (1942-47).