DEGÉRANDO, Joseph-Marie (propriamente De Gérando)
Filosofo e uomo politico, nato a Lione il 29 febbraio 1772, morto a Parigi il 12 novembre 1842. Realista, combatté la costituzione civile del clero e dovette emigrare; ma, col Direttorio, tornò in Francia. A Parigi entrò in rapporto con gl'ideologi e con Madame de Staël e fu nominato socio dell'Istituto. Nell'età napoleonica coprì alte cariche politiche; poi fu professore di diritto amministrativo a Parigi (1818), e s'interessò di problemi pedagogici. Fu nominato accademico e pari di Francia.
La sua principale opera sistematica è la Théorie des signes et de l'art de penser dans leurs rapports mutuels (voll. 4, Parigi 1800), dove, sotto l'influsso di Condillac, sostiene che il perfezionamento del linguaggio può contribuire al perfezionamento del pensiero, ma, contro il nominalismo del maestro, ritiene che il "segno" sia solo in alcuni casi necessario alla formazione dell'idea. La sua principale opera storica è l'Histoire comparée des systèmes de philosophie relativement aux principes des connaissances humaines (voll. 3, Parigi 1804), che, giusta l'assunto ideologico dell'autore, studia solo come ciascun sistema abbia risolto il problema dell'"origine delle idee", pensando che ciò possa portare a distinguere la filosofia "falsa" dalla "vera". Spirito poco originale, il D. seguì la parabola che condusse il pensiero europeo dall'illuminismo prerivoluzionario allo spiritualismo. Uno sviluppo cosiffatto, che parve ad alcuni critici (Sainte-Beuve) un'incoerenza ai suoi principî, fu da altri (Picavet) forse a maggior ragione considerato come un ritorno alla primitiva sua tendenza spiritualistica che la moda ideologica aveva infrenata ma non deviata e che infatti riappariva nel profondo moralismo di una delle ultime sue opere (Du perfectionnement moral, 1825).
Bibl.: M. Ph. Damiron, Essai sur l'hist. de la philosophie en France au 19e siècle, Bruxelles 1832; F. Picavet, Les idéologues, Parigi 1891.