VIEN, Joseph-Marie
Pittore, nato a Montpellier il 18 giugno 1716, morto a Parigi il 27 marzo 1809. Fu allievo a Montpellier dell'architetto e pittore Giral; si recò a Parigi nel 1741; nel 1743, vinto il gran premio, venne a Roma, dove dipinse un Eremita addormentato (Louvre), di maniera bolognese, e dieci tele della Vita di S. Marcello. Tornato in Francia, entrò a far parte dell'Accademia di pittura nel 1752. Direttore dell'Accademia di Francia a Roma (1775-81) vi fu affascinato dall'antichità e tornato a Parigi ne riportò la maniera grandiosa. Primo pittore aulico nel 1789, fu poi senatore, membro dell'istituto (Accademia di belle arti), conte dell'impero. La sua opera si divide in due maniere: grandi quadri storici (Predicazione di S. Dionigi in Gallia, Saint-Roche, Parigi); composizioni semplici e pacate secondo il nuovo gusto; ma l'opera sua principale è quella dovuta alla sua passione per le antichità pompeiane, che gli fece trovare nelle pitture d'Ercolano l'ispirazione a scene galanti. L'antichità e la grazia del '700 sembrano unirsi in alcuni suoi dipinti (Venditrice d'amore, del 1763, a Fontainebleau; Giovane Ateniese e Giovane Corinzia, del 1761): un'antichità alessandrina, dove si fondono Pompei e Parigi. La linea si distende, il movimento si va calmando, costumi e arredamento sono pseudo-archeologici, ma il tutto è pervaso dalla grazia francese del sec. XVIII.
Bibl.: E. Roy, Vien et son temps, in Revue du XIXe siècle, 1° ottobre 1866; J. Aubert, Vien, in Gaz. des Beaux-arts (1867), I, pp. 180-90, 282-94; 493-507; II, pp. 175-87, 297-310, 470-82; L. Réau, Histoire de la peinture française au XVIIIe siècle, II, Parigi-Bruxelles, 1926; R. Schneider, L'art français XVIIIe siècle, Parigi 1926.