STEINDL, Joseph
Economista austriaco, nato a Vienna il 14 aprile 1912, morto ivi il 7 marzo 1993. Svolti gli studi di economia a Vienna e conseguito il dottorato, fu assunto nel 1935 dall'Österreichisches Institut für Konjunkturforschung, fondato da L. von Mises e frequentato da molti dei principali rappresentanti della Scuola austriaca (ne furono direttori F. Hayek e O. Morgenstern). Vi rimase fino al 1938, anno in cui, dopo l'annessione dell'Austria alla Germania, fu costretto a lasciare il paese per la sua avversione al nazismo. Emigrato in Gran Bretagna, si stabilì a Oxford dove fu lecturer del Balliol College (1938-41) e ricercatore presso l'Oxford Institute of Statistics (1941-50), lavorando con M. Kalecki, che ebbe su di lui grande influenza. Tornato a Vienna (1950), riprese il suo vecchio posto nel ribattezzato Österreichisches Institut für Wirtschaftsforschung, e vi rimase fino al 1978, anno del suo pensionamento. Nel 1970 fu nominato professore onorario dell'università di Vienna; nel 1987 la International Summer School del Centre for Advanced Economic Studies di Trieste organizzò una conferenza internazionale sul contributo di S. all'economia.
Il lavoro più noto di S. è Maturity and stagnation in American capitalism (1952; nuova ediz., 1976; trad. it., 1960) che, avendo come riferimento l'economia statunitense, offre un'analisi dei fattori che favoriscono la stagnazione in un'economia dominata dalle grandi concentrazioni oligopolistiche. In particolare S. mette in evidenza il ruolo negativo esercitato dall'esistenza di capacità produttiva inutilizzata. Un eccesso di capacità inutilizzata induce le imprese oligopolistiche a ridurre i loro investimenti, con una conseguente riduzione della domanda aggregata e, quindi, un ulteriore aumento della capacità inutilizzata che produce di nuovo effetti depressivi sugli investimenti. Il non utilizzo di capacità produttiva mette cioè in moto un meccanismo perverso di azioni e reazioni con ovvi effetti negativi sul reddito e l'occupazione. L'interesse per questo e per i successivi lavori di S., inizialmente scarso, crebbe negli anni Settanta, proprio in ragione del riproporsi dei problemi della stagnazione e della disoccupazione. I primi studi di S. erano stati dedicati all'analisi microeconomica dell'impresa e, in particolare, della grande impresa. Negli anni più recenti, S. ha continuato nel suo sforzo di comprendere il funzionamento delle moderne economie oligopolistiche, criticando nel contempo la teoria economica tradizionale per la sua incapacità di sviluppare strumenti analitici adeguati.
Altre opere: Small and big business. Economic problems of the size of firms (1945; trad. it., 1991); Capitalist enterprise and risk, in Oxford Economic Papers (1945); Random processes and the growth of firms (1965); On maturity in capitalist economies, in Problems of economic dynamics and planning. Essays in honour of Michal Kalecki (1966); Stagnation: theory and policy, in Cambridge Journal of Economics (1979); Technical progress and evolution, in Research, development and technological innovation, a cura di D. Sahal (1980); Technology and the economy: the case of falling productivity growth in the 1970s, in Transfer and utilization of technical knowledge, a cura di D. Sahal (1982); The control of the economy, in Banca Nazionale del Lavoro Quarterly Review (1983); Riflessioni sullo stato attuale della scienza economica, in Moneta e Credito (1984); Structural problems of the crisis, in Banca Nazionale del Lavoro Quarterly Review (1985); From stagnation in the 30s to slow growth in the 70s, in Political economy in the twentieth century, a cura di M. Berg (1989); Capital gains, pension funds and the low savings ratio in the United States, Banca Nazionale del Lavoro Quarterly Review (1990); Economic Papers 1941-88 (1990).