STALIN, Josif Vissarionovič
nato nel 1879 a Gori nell'ex-governatorato di Tiflis. Il suo vero nome georgiano è Džugašvili. Già nel 1898 fu espulso dal seminario ortodosso in cui compiva gli studî, a causa della sua attività politica. In seguito svolse la sua opera politica presso circoli operai a Tiflis, Baku, Batum. Aderì giovanissimo al movimento socialdemocratico (marxista), che proprio in quegli anni si andava diffondendo in Russia e che, sia pure lentamente, si sostituiva al socialismo di tipo "populistico", difeso dai narodniki, i quali sostenevano che la Russia si sarebbe sviluppata in modo diverso dall'Europa e vedevano nella primitiva comunità agraria i germi di un socialismo russo. Durante la lotta sostenuta da Lenin nel 1903 contro i rappresentanti del socialismo riformistico (menscevichi), appoggiò Lenin, di cui fece la conoscenza personale pochi anni dopo. Partecipò nel 1906 ai congressi di Stoccolma e di Londra; poi tornò a Baku dedicandosi alla stampa clandestina: mandato in esilio, riuscì a fuggire e a tornare nel Caucaso. Arrestato nel 1910, riuscì un'altra volta a fuggire. Nel 1912, dopo un suo quarto arresto, fu infine deportato in Siberia. Dopo una sua ulteriore evasione, fu deportato nell'estremo nord della Russia: venne rimesso in libertà in seguito alla rivoluzione repubblicana-democratica del marzo 1917. Si recò allora a Pietrogrado dove sviluppò un'intensa attività politica e dove divenne redattore del giornale bolscevico Pravda. Nel 1918 diresse la difesa di Caricyn. Nel 1919-22 fu "commissario per le nazionalità"; nel 1922 fu eletto segretario generale del partito comunista. Dopo la morte di Lenin capeggiò la lotta contro Trotzkij e la tendenza trotzkista, nonché contro i gruppi di Kamenev e di Zinov′ev. Durante il quindicesimo congresso del partito riuscì infatti a ottenere l'espulsione della frazione trotzkista. In seguito capeggiò la corrente che mirava alla collettivizzazione dell'agricoltura e all'industrializzazione del paese (per quel che riguarda la collettivizzazione agraria e i "piani quinquennali", v. u. r. s. s.).
Temperamento prevalentemente pratico, lo St. ha scritto tuttavia alcuni libri, tra i quali possono citarsi: Voprosy leninisma (Problemi del leninismo); Na putjach k oktjabrju (Sulla via della rivoluzione d'ottobre); Sbornik statej po nacionalnom voprosu (Raccolta di articoli sulla questione nazionale); infine ha pubblicato varî scritti sui piani quinquennali e sulla politica russa.