EÖTVÖS, József (pr. ötvöè)
Uomo politico e letterato ungherese, nato a Buda il 3 settembre 1813, morto ivi il 3 febbraio 1871. Fece gli studî universitarî a Pest, e ancor prima di laurearsi (1813) in giurisprudenza, scrisse due commedie A kritikus apotheosísa (L'apoteosi del critico), A hazamlók (I fidanzati) e una tragedia Bosszú (Vendetta), che ebbero molto successo. Dopo aver compiuto (1835-1837) lunghi viaggi in Germania, Svezia, Inghilterra, Francia, nel 1838, tornato in patria, si dedicò al giornalismo, e nel Pesti Hirlap, da lui fondato, assunse le difese del Kossuth, nelle sue lotte per l'indipendenza ungherese. Scrisse pure romanzi che gli diedero fama: A Carthausi (I certosini, 1842), A falu Jegyzâjee (Il notaio del villaggio, 1844), Magyarors zág 1514 ben (L'Ungheria nel 1514, sulla rivolta dei contadini guidati da Dozsa, uscito nel 1847): sono i primi romanzi ungheresi che trattino di questioni sociali e nazionali e segnano pertanto un notevole progresso nella giovane letteratura magiara. Durante la rivoluzione del 1848 l'E. fu nominato ministro dei Culti nel gabinetto Batthyány, ma si dimise prima che questo fosse sciolto, ritirandosi in esilio volontario a Monaco, dove riprese gli studî letterarî. Tornato in Ungheria nel 1851, fu eletto deputato di Buda alla dieta ungherese; e quando fu stretto il compromesso, al quale cooperò insieme col Deák, entrò (1867) nel gabinetto Andrássy come ministro dell'Istruzione e dei Culti; in tale qualità, organizzò il sistema d'istruzione pubblica ancora vigente in Ungheria ed emancipò gli Ebrei. Le sue opere furono pubblicate a Budapest in 20 voll., dal 1901 al 1913.
Bibl.: Z. Ferenczi, Baron J. E., (in ungherese), Budapest 1903; Bihari, La politica del bar. J. E. (in ungherese), Budapest 1916.