SCHIAFFINO, Juan Alberto
Uruguay-Italia. Montevideo, 28 luglio 1925 • Ruolo: centrocampista • Esordio in serie A: 19 settembre 1954 (Milan-Triestina, 4-0) • Squadre di appartenenza: 1943-54: Peñarol; 1954-60: Milan; 1960-62: Roma • Nella nazionale uruguayana: 22 presenze e 12 reti • Nella nazionale italiana: 4 presenze (esordio: 5 dicembre 1954, Italia-Argentina, 2-0) • Vittorie: 3 Campionati uruguayani (1949, 1951, 1953), 3 Campionati italiani (1954-55, 1956-57, 1958-59), 1 Coppa Latina (1955-56), 1 Coppa delle Fiere (1960-61), 1 Campionato del Mondo (1950)
Centrocampista di statura mondiale, uno dei migliori, se non il migliore, degli anni Cinquanta. Dotato di grande talento e di altrettanta concretezza, è il leader della nazionale uruguayana che nel 1950 diventa campione del Mondo battendo il Brasile in casa, al Maracaná di Rio de Janeiro, un successo clamoroso e inatteso, che provoca addirittura una serie di suicidi tra i tifosi della Seleção. Quello straordinario Mondiale induce il Genoa a mettersi sulle tracce di Schiaffino, ma il Peñarol, il suo club di appartenenza, spegne sul nascere l'ipotesi di un trasferimento in Italia che, pure, lo attirava date le sue origini liguri (i nonni erano di Portofino). Così per il suo debutto nella serie A italiana dovrà attendere altri quattro anni quando, dopo essere stato proclamato miglior giocatore del Mondiale svizzero del 1954, viene acquistato ormai ventinovenne dal Milan di Rizzoli che si trova nella necessità di sostituire Gunnar Gren. Il Peñarol, che dall'affare incassa 56 milioni di lire, è forse convinto che il suo campione sia irrimediabilmente avviato sul viale del tramonto ma i fatti dimostrano la bontà della scelta rossonera. Con Schiaffino (l'innesto dell'uruguayano costringe Liedholm ad arretrare in mediana), il Milan vince subito lo scudetto, impresa ribadita nel 1956-57 e nel 1957-58, a testimonianza di una regia calcistica illuminante. Giustamente celebre per le sue gesta in campo, il talento sudamericano (soprannominato 'Pepe' per l'innata esuberanza) passa alla storia anche per la singolarità del carattere, improntato a una proverbiale avarizia e, più in generale, a un'attenta gestione del proprio patrimonio. Fuori dagli schemi pure la sua abitudine di farsi seguire ovunque, perfino in ritiro, dalla moglie Angélica. Approfittando dello status di oriundo, indossa anche la maglia della nazionale italiana, debuttando il 5 dicembre 1954 a Roma, in un'amichevole vinta (2-0) con l'Argentina. La decisione del commissario tecnico Alfredo Foni di utilizzare un uruguayano soltanto pochi mesi dopo l'ultima gara disputata con la nazionale del suo paese provoca parecchie polemiche anche se, alla fine, le sue presenze in azzurro saranno soltanto quattro: l'ultima il 15 gennaio 1958 al Windsor Park di Belfast, in occasione della sconfitta con l'Irlanda del Nord che costerà all'Italia i Mondiali svedesi del 1958. Dopo sei stagioni al Milan, quasi trentacinquenne, Schiaffino chiude la carriera indossando la maglia giallorossa della Roma prima di tornare definitivamente, nel 1962, a Montevideo.