Bardem, Juan Antonio
Regista, sceneggiatore, produttore e critico cinematografico spagnolo, nato a Madrid il 2 luglio 1922 e morto ivi il 30 ottobre 2002. Definito 'il regista della resistenza' negli anni del franchismo, si impose come uno dei maggiori esponenti di un'opposizione al regime tenace ma prudente, basata sulla sua inclinazione a usare situazioni personali e quotidiane per tentare metafore più ambiziose. Appartenente alla più celebre 'dinastia' cinematografica spagnola (erano infatti famosi attori teatrali e cinematografici i genitori, Rafael Bardem Solé e Matilde Muñoz Sampedro, e hanno intrapreso la stessa carriera molti componenti della famiglia), nel 1943 si iscrisse alla Escuela Técnica Superior de Ingenieros Agrónomos di Madrid. Nel 1946 fu chiamato a partecipare alla creazione del dipartimento cinematografico del Ministero dell'agricoltura, e quando l'anno seguente fu inaugurata nella capitale la prima scuola pubblica spagnola di cinema, l'Instituto de Investigaciones y Experiencias Cinematográficas (IIEC), per acquisire una preparazione tecnica ne frequentò i corsi (1947-48), ma non riuscì a ottenere il diploma. Fece amicizia però in quell'occasione con un altro aspirante regista destinato a diventare celebre, Luis García Berlanga. Nel 1948 B. si laureò in ingegneria agraria, e iniziò l'attività professionale mentre, contemporaneamente, muoveva i suoi primi passi da cineasta: nel 1948 girò e sceneggiò (in collaborazione con Berlanga, di cui restò sempre amico) un cortometraggio muto, Paseo sobre una guerra antigua (incorporato nel 1950 nel lungometraggio La honradez de la cerradura di Luis Escobar); nel 1949 fu tra i fondatori della casa di produzione Unidad Industrial del Cine Español (UNINCI), legata al Partido comunista (in quel periodo clandestino), la quale avrebbe in seguito svolto un ruolo importante nella rinascita del cinema spagnolo. In quel periodo iniziò anche l'attività di critico, sulle riviste "La hora" e "Índice". Nel 1951 diresse con Berlanga Esa pareja feliz (proiettato due anni dopo), satira della vita quotidiana dello spagnolo medio e delle sue frustrazioni, dove si avverte la lezione del Neorealismo italiano. Mostra tale influsso anche il primo film importante prodotto dall'UNINCI, Bienvenido Mister Marshall (1952; Benvenuto, Mr. Marshall!), diretto da Berlanga e sceneggiato da B., in cui con bonomia si ironizza sulla credulità spagnola, e in particolare si polemizza con i piani d'aiuto statunitensi dopo la Seconda guerra mondiale. Il successo di questo film consentì a B. di abbandonare la professione di ingegnere agronomo e dedicarsi interamente al cinema. Fu così sceneggiatore del successivo film di Berlanga, Novio a la vista (1953), e nei tre anni seguenti di opere di Julián Soler, Leonardo Bercovici, Claudio Gora ed Eduardo Manzanos. La sua prima regia da solo risale al 1954, con Cómicos, che non va al di là di un omaggio al mondo degli attori girovaghi, cui erano appartenuti un tempo i genitori. Con la rivista "Objectivo" (di cui fu uno dei fondatori e il caporedattore) B. aveva iniziato a organizzare nel 1953 una forma di opposizione culturale, attraverso la proposta di un realismo d'ispirazione marxista. Fu così uno dei protagonisti della prima edizione delle Conversaciones Nacionales Cinematográficas, organizzata nel maggio 1955 dall'università di Salamanca, tappa decisiva nel rinnovamento del cinema spagnolo su cui B. scrisse, insieme a Basilio Martín Patino, il più importante documento teorico. Tali attività non piacquero al regime franchista, il quale in quello stesso anno decretò la sospensione di "Objectivo", di cui erano usciti solo nove numeri. Il regista non si fece intimidire, e continuò la sua fronda con due film, Muerte de un ciclista (1955; Gli egoisti) e Calle Mayor (1957), che puntavano il dito sul profondo disagio degli intellettuali e sul grigiore di una vita di provincia che sembrava avere contagiato tutta la Spagna. Sono i suoi due film migliori: essi aprirono la strada a una nueva ola spagnola di giovani autori, che si collocò in un largo e variegato movimento comprendente anche la Nouvelle vague francese e il Cinema nôvo brasiliano. Durante le riprese di Calle Mayor, B., accusato di delitti d'opinione, subì il primo dei suoi numerosi arresti come militante comunista. Nella veste di presidente del consiglio di amministrazione (dal 1958) dell'UNINCI ebbe una parte importante nella decisione di finanziare il film di Luis Buñuel Viridiana (1961), la cui presentazione al Festival di Cannes provocò scandalo ed ebbe come conseguenza la chiusura dell'UNINCI da parte del governo. Ma come regista B. aveva iniziato a cambiare lentamente strada: già La venganza (1959; Ho giurato di ucciderti), peraltro modificato e tagliato dalla censura, indicava un affievolimento della sua vena critica nei confronti della società spagnola e delle sue arretratezze. Una tendenza che venne confermata da opere come Los pianos mecánicos (1965; Amori di una calda estate) o Variétés (1971). Ma è La isla misteriosa (1972; L'isola misteriosa e il capitano Nemo), tratto dal romanzo di J. Verne, a segnare la svolta dall'impegno a un professionismo (peraltro debole e ingenuo) in cerca di fortuna sul mercato, ma con scarso esito. Dopo la morte di Franco e la fine del regime (1975), B., rimasto vicino al Partido comunista, affrontò, con stile fortemente accademico, temi politici (storici o di attualità) in film come El puente (1977), Siete días de enero (1978), Die Mahnung (1982, girato nella Germania orientale). Tra il 1983 e il 1994 lavorò solo per la televisione. Nel 1995 ridiede vita all'UNINCI (del cui marchio era sempre rimasto proprietario), finanziando opere di giovani registi. Tornò quindi al cinema con Resultado final (1997), ambientato tra gli intellettuali di sinistra degli anni Settanta e significativo bilancio critico di un'intera generazione.
M. Oms, Juan Bardem, Lyon 1962.
J. Sagastizabal, Bardem, Bilbao 1962.
L. González Egido, J.A. Bardem, Huelva 1983² (1a ed. Madrid 1958).
J.F. Cerón Gómez, El cine de Juan Antonio Bardem, Murcia 1998.