DIAMANTE, Juan Bautista
Scrittore drammatico, nato nel 1625 a Madrid da madre spagnola e da padre messinese - oriundo greco, Giacomo Diamanti -, e morto a Madrid nel 1687. Avviatosi alla carriera ecclesiastica, conseguì il grado di baccelliere dell'università di Alcalá, dove studiò dal 1647 al 1652. Fu sacerdote, e nel 1656 entrò nell'ordine di San Giovanni di Gerusalemme.
Oltre a una dozzina fra intermezzi, balletti, zarzuelas, autos e loas, si hanno di lui una cinquantina di commedie, alcune in collaborazione con Matos, Moreto, Avellaneda, ecc. Sono di diverso carattere, secondo la tradizione, ma vi spesseggiano e hanno rilievo tipi e caratteri di spacconi e di attaccabrighe, che si direbbero riflessi dell'indole litigiosa e violenta dello scrittore stesso, che J. de Barrionuevo, nei suoi Avisos, chiama "el guapo y crudo de la Puerta del Sol", e che due volte fu processato per le sue malefatte.
Delle commedie storiche o ispirate alle leggende nazionali sono più ricordate La Judía de Toledo e El honrador de su padre, entrambe di antica e fortunata tradizione, e più volte rielaborate da artisti posteriori. La prima si riferisce al lungo amore di don Alfonso VIII (1158-1214) con Doña Hern10sa, la bella ebrea Rachele di Toledo. El honrador de su padre ritesse la leggenda del Cid che vendica con l'uccisione di don Gómez l'oltraggio dello schiaffo ricevuto dal padre. Deriva da Las Mocedades del Cid di Guillén de Castro, e pare anche dal Cid del Corneille che il D. dovette leggere, come attesta un'altra sua commedia, El valor no tiene edad.
Delle altre commedie è da ricordare, tra quelle di argomento religioso, La devócion del Rosario, in cui un facinoroso si salva e si redime per la devozione a Maria, come il bandito Eusebio in La devoción de la Cruz di Calderón; tra le romanzesche e d'intreccio sono notevoli Juanilla, la de Jérez, y Pedro de Urdemalas, in cui ancora una volta ricorre il luogo comune della donna che si traveste per seguire l'amante; e El mancebo del camino, che ha per argomento le bricconerie di un soldato avventuriero. La critica riconosce nel D. buone qualità di scrittore drammatico, sebbene difetti d'invenzione e non sappia evitare una certa ampollosità di stile.
Bibl.: Comedias, in Bibl. de Aut. Esp., XLIX; E. Cotarelo, J. B. D. y sus comedias, in Bol. Acad. Esp., III (1916). - V. per le fonti, A. de Latour, Pierre Corneille et J. B. D., Parigi 1861; A. Fée, Les trois Cid, Parigi 1873; H. A. Rennert, Mira de Amescua et La Judía de Toledo, in Revue hisp., VIII (1900); e per quest'ultima cfr. G. Cirot e E. Lambert, in Bul. hisp., 1922-1923.