MAL-LARA, Juan de
Umanista e poeta spagnolo, nato intorno al 1525 a Siviglia, dove morì nel 1571. A Siviglia cominciò gli studî classici e nel 1548 vi aprì una fiorente scuola di grammatica; fattosi esperto di scienza umanistica durante le dimore a Salamanca, Alcalá, Barcellona. Come scolaro e maestro, come amico e condiscepolo; fu in relazione con gli spiriti più coltì del tempo, specie con i poeti della scuola "sivigliana", da F. Sánchez il Brocense a Fernando de Herrera, che frequentò il suo cenacolo accademico.
Il M. fu poligrafo, ché scrisse - in latino e in volgare - di teatro (e dei suoi lavori di stile classico si ricorda soltanto qualche titolo: Locusta, commedia rappresentata nel 1548 a Salamanca; Absalón, tragedia; due egloghe drammatiche, Narcho e Laurea), di poesia mitologica con interpretazione morale (come nel poema in versi sciolti La hermosa Psyche, e nell'altro, perduto, Los trabajos de Hércules, in ottave), di grammatica in particolar modo (Grammatica en romance; á Aphtonii Progymnasmata scholia e In sintaxin scholia, 1567). Nelle due opere commemorative (Descripción de la galera real de don Juan de Austria, 1569; Recebimiento que hizo Sevilla a la Cattolica R. M. del Rey don Felipe, 1570) celebra i progressi artistici e culturali della sua città. Ma l'opera più viva, che meglio della sua dottrina rivela una particolare sensibilità; è La filosofía vulgar (Siviglia 1568), raccolta di proverbi, epigrammi, apologhi, facezie, un migliaio in tutto, d'origine in parte libresca e in parte popolare, chiosati e parafrasati con vivace senso realistico.
Ediz.: Descripción, in Soc. de bibliof. andaluces, Siviglia 1876; Poesías, in Bibl. aut. esp., XLII.
Bibl.: J. de La Cueva, discepolo di J. de M., lo elogia nel suo Ejemplar poético (1606); una biobrafia gli dedicano F. Pacheco nei suoi Retratos (1599) e R. Caro (1573-1647), nei Claros Varones.