PADILLA, Juan de
Poeta spagnolo, noto anche col nome di "El Cartujano" ossia "il Certosino", con cui firmava le sue opere; nacque a Siviglia nel 1468 e morì intorno al 1522, trascorrendo la sua vita monacale nella Certosa (Cartuja) di Santa Maria de las Cuevas di Siviglia.
Appartiene alla numerosa schiera di poeti che sulle orme di Francisco Imperial, del Santillana, e soprattutto di Juan de Mena, diffusero in Spagna la conoscenza del poema di Dante, ispirandosi specialmente, secondo le tendenze culturali contemporanee, alla veste dottrinale, all'allegoria, al simbolo religioso. Di J. de P. è tuttavia la maggiore e migliore imitazione che il secolo produsse della Divina Commedia, cioè il Retablo de la vida de Cristo (1516), poema narrativo, in strofe di arte mayor, secondo la tradizione metrica di Juan de Mena. Grande dovette esserne la popolarità, come testimoniano le molte edizioni che se ne fecero nei sec. XVI e XVII. È una narrazione della vita di Cristo secondo i quattro Evangeli, divisa. perciò in quattro parti. Minor fortuna letteraria (cominciava ormai a decadere la moda del genere allegorico) ebbe invece l'altro suo poema religioso, pur di maggiore merito e pregio, i Doze triunfos de los doze Apóstoles (1521), in cui, nelle dodici sfere dei segni dello Zodiaco disposte intorno al Sole, che figura Cristo, sono rappresentati e celebrati i fatti dei dodici Apostoli, sono descritte eruditamente le regioni dove questi predicarono, infine v'è narrato il viaggio del poeta, guidato da San Paolo, all'Inferno e al Purgatorio. Lungo questo itinerario simbolico il P. ha modo di richiamare figure e fatti della vita contemporanea, con un senso storico-morale assai vigoroso e in uno stile robusto e incisivo. Una terza opera del P., Laberinto del Marqués de Cadiz (don Rodrigo Ponce de León), è andata perduta.
Ediz.: Los doze Triunfos... y Retablo de la Vida de Cristo, a cura di R. Foulché-Delbosc, in Nueva bibl. de aut. esp., XIX, 1912.
Bibl.: M. Menéndez y Pelayo, Antología, VI, pp. ccxxxix-cclxiii; A. Farinelli, Dante in Spagna nell'età media, in Giorn. stor. d. letter. ital., 1905, supp. n. 8, pp. 1-105; B. Sanvisenti, I primi influssi di Dante, del Petrarca e del Boccaccio sulla letter. spagnola, Milano 1902, pp. 224-239.