GOYTISOLO, Juan (App. III, i, p. 771)
Scrittore spagnolo. Un'evoluzione lineare e rigorosa ha caratterizzato la sua produzione a partire dagli anni Sessanta, dopo che l'autore ebbe preso coscienza dei limiti del modello di narrativa sino ad allora praticato. Nel 1967 venne pubblicato il saggio El furgón de cola, una sorta di palinodia in cui G. espone, con lucidità e coerenza, il fallimento della letteratura socialmente impegnata e chiusa in un rigido oggettivismo, denunciando l'inefficacia dell'arte al servizio della politica.
Nel 1966 era apparso Señas de identidad, primo romanzo di una trilogia articolata attorno a un unico protagonista (Álvaro Mendiola), che continua con Reivindicación del Conde don Julián (1970; trad. it. 1977) e Juan sin tierra (1975). Con questa trilogia, G. abbandona il realismo per una visione prospettica e più complessa della realtà, introducendo procedimenti formali innovatori (collage, poema in prosa, adozione di distinti punti di vista, proliferare caotico del discorso), sulla scia della lezione del romanzo latino-americano e dello sperimentalismo di L. Martín Santos. I tre romanzi disegnano il progressivo distacco del protagonista - uno spagnolo esiliato in Francia, come lo stesso autore - dalla sua terra natale, in un graduale e sofferto cammino di sradicamento che culminerà nell'abbandono della lingua materna.
Trasferitosi in Marocco, G. ha dedicato una serie di libri al mondo arabo (El problema del Sahara, 1979; Crónicas sarracinas, 1982; Estambul otomano, 1989), trovando nell'identificazione con questa realtà e nel ripudio del convenzionalismo occidentale una nuova ragione di scrittura. Sono nati così Makbara (1980) e Paisajes después de la batalla (1982), in cui si impone una visione critica più ampia dell'Europa contemporanea. Di grande interesse sono inoltre gli scritti autobiografici Coto vedado (1985) e En los reinos de taifa (1986). La riflessione sulla creazione artistica e l'impegno sperimentale caratterizzano le opere più recenti: Las virtudes del pájaro solitario (1988), ispirato al sufismo e a san Juan de la Cruz; il lungo racconto onirico La cuarentena (1991); i romanzi La saga de los Marx (1993) e El sitio de los sitios (1995); il saggio El universo imaginario (1997).
Bibl.: R. Senabre, Evolución de la novela de Juan Goytisolo, in Reseña, 1971, 41, pp. 3-5; S. Sanz Villanueva, Lectura de Juan Goytisolo, Barcelona 1977; Diccionario de literatura española e hispanoamericana, ed. R. Gullón, Madrid 1993, 1° vol., ad vocem; M. Ruiz Lagos, Cuestiones literarias sobre Juan Goytisolo, Sevilla 1992; M. Gómez Mata, C. Silio Cervera, Oralidad y polifonía en la obra de Juan Goytisolo, Madrid 1994; A.M. Ruiz Campos, Estructuras literarias en la nueva narrativa de Juan Goytisolo, Almería 1996.