HERZBERG, Judith
Scrittrice nederlandese, nata ad Amsterdam il 4 novembre 1934. Figlia del giurista e letterato Abel J., ebreo russo sopravvissuto al campo di sterminio di Bergen-Belsen, nel corso della Seconda guerra mondiale è vissuta nascosta in provincia. Dal 1983 risiede alternativamente in patria e in Israele. Ha ottenuto numerosi premi letterari, tra cui il premio P. C. Hooft nel 1997.
Ha esordito negli anni Sessanta pubblicando poesie in varie riviste letterarie. Seguirono le raccolte poetiche: Zeepost (1963, Posta via mare); Beemdgras (1968, Gramigna); Strijklicht (1971, Luce radente); 27 Liefdesliedjes (1979, 27 Canzoncine d'amore), ispirata al Cantico dei Cantici; Botshol (1980); Dagrest (1984, Residui diurni); De kleine zeemeermin (1986, La sirenetta); Zoals (1992, Così come); Wat zij wilde schilderen (1997, Ciò che voleva dipingere). La sua poesia può essere considerata una ricerca sulla vita condotta con il linguaggio della quotidianità, in cui l'osservazione concreta si mescola alla riflessione: la contrapposizione tra sentimento e ragione produce dilemmi e assurdità, a volte espressi con un graffiante umorismo.
L'interesse per la concretezza delle situazioni e per il pluralismo dei punti di vista trova un naturale sbocco nella produzione teatrale: Dat het 's ochtends ochtend wordt (1974, Che di mattina diventi mattina); Leedvermaak (1982, Piacere nei guai altrui), sulla sopravvivenza dopo l'esperienza di Auschwitz; Merg (1986, Midollo); Kras (1989, Graffio); Een goed hoofd (1991, Un buon cervello). H. ha scritto anche alcune sceneggiature per il cinema: Charlotte (1981); Leedvermaak (1989, riadattamento dell'omonimo lavoro teatrale).
Ha pubblicato un volume di lettere e articoli: Tussen Amsterdam en Tel Aviv (1988, Tra Amsterdam e Tel Aviv) e Brief aan wie niet hier is: tussen Jerusalem en Amsterdam (1996, Lettera a chi qui non è: tra Gerusalemme e Amsterdam), dove ha raccolto le sue esperienze personali.
bibliografia
R. Wezel, Stilstand en beweging (Immobilità e movimento), in Literatuur (Letteratura), 1987, 4, pp. 197-204.
B. Siertsema, Dat het veel erger was dan ik me voor kan stellen. Motieven in het werk van J. Herzberg (Che fu molto peggiore di quanto mi posso immaginare. Motivi nell'opera di J. Herzberg), in Werkschrift leerhuis liturgie (Quaderno scuola di liturgia), 1988-89, 8, pp. 29-33.
M. Prinsen, Als ik ooit lief zal hebben, wil ik sterven. De toneelstukken van Judith Herzberg (Se mai amerò, vorrei morire. I drammi di J. Herzberg), in Surplus, 1992, 3, pp. 10-11.
R. Fokkema, De regie van het gevoel (La regia del sentimento), in Jan Campert-prijzen 1994, a cura di A. Zuiderent, Baarn 1994, pp. 7-21.
M. Koeman, bio-bibliografia di J. Herzberg, in Jan Campert-prijzen 1994, a cura di A. Zuiderent, Baarn 1994, pp. 53-72.