Holliday, Judy
Nome d'arte di Judy Tuvim, attrice teatrale e cinematografica statunitense, nata a New York il 21 giugno 1921 e morta ivi il 7 giugno 1965. Nel corso della sua breve ma memorabile carriera fu soprattutto il regista George Cukor a valorizzarne le qualità di interprete brillante, dalla voce vagamente stridula e infantile, dal sorriso smarrito e dall'aspetto comune, innocente e all'apparenza sottomesso, che la rendevano ideale per interpretare ruoli di ragazza fragile e svampita, capace comunque di sorprendere i partner maschili o l'ambiente sociale circostante con insospettabili doti celate dietro la singolare aria svagata. In particolare, l'interpretazione in Born yesterday (1951; Nata ieri) diretto dallo stesso Cukor e tratto dall'omonima commedia scritta da Garson Kanin che la H. aveva recitato con successo sulle scene di Broadway, le valse l'Oscar nel 1952 al primo film da protagonista.Dopo aver studiato alla Julia Richman High School di New York, si avvicinò al mondo del teatro lavorando come centralinista al Mercury Theatre di Orson Welles; quindi formò con Betty Comden e Adolph Green il gruppo The Revuers in cui si esibiva come attrice, ballerina e cantante. Approdò al cinema nel 1944, anno in cui recitò in ruoli di secondo piano in Greenwich Village (Samba d'amore) di Walter Lang, che riproponeva un numero dei Revuers, in Something for the boys di Lewis Seiler e in Winged victory di Cukor. Quest'ultimo l'avrebbe successivamente diretta nel ben più famoso e importante Adam's rib (1949; La costola di Adamo), accanto a Spencer Tracy e a Katharine Hepburn, che la volle a ogni costo nel film nel ruolo dell'aspirante e maldestra assassina del marito. L'ambiente coniugale e in generale il ménage di coppia, con tutte le quotidiane controversie, fu infatti il terreno ideale in cui l'attrice riuscì meglio a definire il suo personaggio teatrale e soprattutto cinematografico. In questo, come nei successivi film di Cukor, basati sui testi brillanti e pungenti scritti da Kanin, da solo o in coppia con la moglie Ruth Gordon (come nel caso di Adam's rib), la H. rappresentò un tipo di donna a prima vista non particolarmente competitiva nei conflitti con i personaggi maschili, pronti sempre a imporle la propria volontà e a ostentare nei suoi confronti un'improbabile superiorità intellettuale. Il grande successo giunse con il ruolo di protagonista in Born yesterday, quello della sciocca e ignorante 'pupa' del gangster losco e cialtrone al quale si ribella grazie alle lezioni (e all'amore) del giornalista incaricato di istruirla. La notorietà conquistata con questo film, considerato in alcuni ambienti progressista, attirò l'attenzione della Senate Internal Security Subcommittee che nel 1952 la chiamò a testimoniare sulla sua attività in organizzazioni ritenute di sinistra. Tuttavia neanche i veleni della 'caccia alle streghe' offuscarono il successo dell'attrice che in quello stesso anno interpretò la moglie condiscendente di The marrying kind (Vivere insieme) ancora di Cukor. Proprio questo film sottovalutato rappresentò il capolavoro interpretativo della H. che, poco alla volta, nel confronto parallelo con il coniuge frustrato e capriccioso (interpretato da Aldo Ray) riesce a far emergere con sensibilità la consapevolezza dei doveri quotidiani e quella rassegnazione necessaria per trascorrere un'esistenza sana e serena nella pur ingiusta e spietata società dei consumi e nell'anonimato di massa. Quell'anonimato da cui cerca di emergere la volenterosa e a suo modo geniale eroina dell'ultimo film che la H. interpretò per Cukor, It should happen to you (1954; La ragazza del secolo), la quale, attraverso uno spazio pubblicitario autopromozionale, giunge a conquistare inaspettatamente la celebrità. Anche in questo caso la H. tende ad accentuare volutamente la debolezza consenziente e remissiva del personaggio con grande senso dell'ironia ma anche con severo spirito critico, per rendere più evidente come le figure di donna da lei disegnate corrispondano in realtà a un'idea convenzionale sull'universo femminile, radicata specialmente in ambito borghese e mutuata da un impietoso pregiudizio maschilista. E in tutte lascia affiorare insospettate energie e qualità (come nella bizzarra responsabile dell'agenzia telefonica matrimoniale da lei interpretata nel suo ultimo film, Bells are ringing, 1960, Susanna agenzia squillo di Vincente Minnelli), ispirando un'immediata simpatia nello spettatore che coglie dietro lo stereotipo culturale tratteggiato dalla H. le premesse per un repentino e drastico riscatto femminista.
G. Carey, Judy Holliday. An intimate life story, New York 1982; W. Holtzman, Judy Holliday. Only child, New York 1982.