Berry, Jules
Nome d'arte di Jules Paufichet, attore teatrale e cinematografico francese, nato a Poitiers il 9 febbraio 1883 e morto a Parigi il 23 aprile 1951. Protagonista del teatro degli anni Venti e del cinema degli anni Trenta e Quaranta, conquistò il pubblico con il suo piglio da avventuriero e l'istintivo senso della scena; il gioco degli sguardi e la disinvoltura nei movimenti, uniti a una vena di sottile cinismo, lo hanno reso particolarmente convincente nelle caratterizzazioni del 'genio del male', come nel caso del ruolo di Batale in Le crime de Monsieur Lange (1935; Il delitto del signor Lange) di Jean Renoir, o del demonio in Les visiteurs du soir (1942; L'amore e il diavolo) di Marcel Carné.Dopo essere stato impegnato per circa dodici anni al Théâtre des Galeries Saint-Hubert di Bruxelles, partì come volontario per la Prima guerra mondiale e tornò sulle scene parigine nel 1919. Aveva esordito sul grande schermo in Cromwell (1912) di Henri Desfontaines e, diversi anni dopo, lavorò in L'argent (1929) di Marcel L'Herbier. Il vero successo arrivò con l'avvento del sonoro: dal 1931 al 1951 girò quasi novanta film, con un ritmo vertiginoso (undici nel 1936, quattordici nel 1938). Disinvolto nel ruolo de l'homme à femme, il seduttore implacabile, fu comunque un interprete di grande versatilità: passò dalla commedia drammatica Mon cœur et ses millions (1931) di Modeste Arveyres, alle due significative collaborazioni prima con Robert Siodmak (Quick, 1932), poi con Carmine Gallone (Il re dei grandi alberghi, 1932). Lavorò per molti e importanti registi, distinguendosi per la capacità di passare attraverso generi cinematografici diversi, da quello drammatico con tratti noir (Rigolboche, 1936, di Christian-Jaque, e Balthazar, 1937, Lo strano signor Baldassarre, di Pierre Colombier) alla commedia con toni da feuilleton (Aventure à Paris, 1936, di Marc Allégret) o sottilmente umoristica (il curioso racconto di un cane che narra la sua storia in Parade en sept nuits, 1941, Cercasi padrone, di M. Allégret; Le voleur de femmes, 1937, Ladro di donne, di Abel Gance). Nel 1943 recitò anche in T'amerò sempre di Mario Camerini e Tristi amori di Gallone. Oltre al- l'esperienza con Renoir, le grandi interpretazioni di B. furono senza dubbio nei capolavori di Carné: dall'odioso rivale del protagonista Jean Gabin in Le jour se lève (1939; Alba tragica), a Satana di Les visiteurs du soir. L'ultimo film degno di nota fu Portrait d'un assassin (1949; Ritratto di un assassino) diretto da Bernard-Roland, storia di un acrobata costretto dal suo impresario a eseguire un impossibile salto mortale, forse un inconsapevole addio al pubblico di un attore tanto inquieto quanto fatuo, melodrammatico, a tratti odioso, ma ricco di talento.
M. Henri, Jules Berry, le jouer, Paris 1988.