ROMAINS, Jules (pseud. di Louis Farigoule, XXIX, p. 939)
Scrittore francese, morto a Parigi il 14 agosto 1972. Fra il 1924 e il 1939 R. occupa una posizione di primo piano nella vita pubblica, lottando per la pace e contro il nazismo. Nel settembre del 1939 viene incaricato di una missione in Belgio; in seguito alla disfatta del 1940 si reca prima in Portogallo e poi negli SUA, dove aderisce al gruppo France for ever. Passato in Messico, torna in Francia nel 1946, anno in cui viene chiamato all'Académie. Dopo la liberazione e fino alla morte, come scrittore e giornalista, si è impegnato in un'attenta e lucida critica dei suoi tempi. L'opera che ci ha lasciato è monumentale: Poesia: L'homme blanc, 1937; Pierres levées, 1948; Maisons, 1954. Narrativa: oltre al completamento dei 27 voll. de Les hommes de bonne volonté (1932-45), Le moulin et l'hospice, 1949; Violation des frontières, 1951; Le fils de Jerphanion, 1956; Une femme singulière, 1957; Le besoin de voir clair, 1958; Mémoires de Mme Chauverel, 1959; Un grand et honnête homme, 1961; Portraits d'inconnus, 1962. Teatro: Amédée ou les Messieurs en rang, 1930; Boëu ou la possession des biens, 1931; Le roi masqué, 1932; Donogoo, 1935; Théâtre, 7 voll., 1924-35; Grâce encore pour la terre, 1941; L'an mil, 1947; Barbazouk, 1963. Saggistica (ricordiamo soltanto l'ultimissima produzione): Les hauts et les bas de la liberté, 1960; Lettre ouverte contre une vaste conspiration, 1961; Pour raison garder, 1960-63; Ai-je-fait ce que j'ai voulu?, 1964.
Bibl.: G. Romains, Mes voyaes avec J. Romains, Parigi 1967; G. Giorgi, J. Romains, in Dizionario critico della letteratura francese, Torino 1972; G. Rubino, J. Romains, in I Contemporanei - Letteratura Francese, I, Roma 1976.