VALLÈS, Jules
Scrittore francese, nato al Puy-en-Velay il 10 giugno 1832, morto a Parigi il 4 febbraio 1885. Figlio d'un professore, si trasferì nel 1849 a Parigi per prepararsi alla Scuola normale, ma si diede subito alla politica e alla letteratura. Nel 1857 pubblicò a Nantes il suo primo libro: L'Argent; poi entrò al Figaro come cronista della borsa, collaborò all'Événement; fondò nel 1867 il giornale La Rue (dal titolo d'una sua opera). Dopo la rivoluzione del 4 settembre 1870 si affiliò all'internazionale, fondò il Cri du peuple, divenne membro della Comune, poi si rifugiò a Londra donde collaborò a varî giornali parigini (Le Siècle, ecc.). Tornato in Francia, riprese (1883) il Cri du peuple e ne fece l'organo delle rivendicazioni più spinte.
Nei suoi libri volle rappresentare diversi ambienti: Les Réfractaires (1865) è una raccolta di articoli che dipingono gli spostati di Parigi; in La Rue (1866) si fece storiografo dei saltimbanchi e giocolieri; allo stesso genere appartengono Les Enfants du peuple (1879) e La rue à Londres (1883).
L'opera migliore è il ciclo, intitolato Jacques Vingtras, di tre romanzi: L'Enfant (1879), Le Bachelier (1881), L'Insurgé (1886, vivace pittura della Comune), che sono considerati una specie di autobiografia. Nella ribellione del V. è sempre presente il fatto personale, il rancore e il bisogno di vendetta dello scrittore contro la società: perciò il V. riesce meglio dove è più autobiografico anziché dove vuole rappresentare ambienti e figure con un'obbiettività di cui era incapace.
Notevoli, oltre alle opere citate: Les chroniques de l'homme masqué (1882); postume: Des mots (1920); Souvenirs (4ª ed., 1933), ecc.
Bibl.: P. Bourget, Études et portraits, I, Parigi 1888; G. Flink, J. V., Bonn 1932; A. Zévaès, J. V., Parigi 1933.