MOORE, Julianne
Nome d’arte di Julie Anne Smith. Attrice statunitense, nata a Fayetteville (N.C.) il 3 dicembre 1960. Vincitrice della coppa Volpi al Festival di Venezia 2002 per l’interpretazione nel film Far from heaven (Lontano dal paradiso) di Todd Haynes e del premio come miglior attrice al Festival di Berlino 2003 per The hours (2002) di Stephen Daldry, negli ultimi anni si è imposta come una delle interpreti più intense nel panorama del cinema internazionale, aggiudicandosi due Golden globe nel 2013 e nel 2015 (rispettivamente per Game change, 2012, di Jay Roach e per Still Alice, 2014, di Richard Glatzer e Wash Westmore land), il premio come miglior attrice al Festival di Cannes 2014 per Maps to the stars di David Cronenberg e il premio Oscar 2015, ancora per l’interpretazione in Still Alice. Capelli color rame e sguardo intenso, M. ha dato prova di sé sia in ruoli comici sia in ruoli drammatici, esprimendo la propria personalità tanto in film d’autore quanto in blockbusters di successo. Il suo stile attoriale si contraddistingue per l’energia sorvegliata con cui riesce a esprimere in modo realistico e credibile le passioni dei personaggi che interpreta.
Dopo il debutto cinematografico nel 1990 nel film Tales from the darkside. The movie (I delitti del gatto nero) di John Harrison, ha lavorato con importanti registi come Robert Altman (Short cuts, 1993, America oggi; Cookie’s fortune, 1999, La fortuna di Cookie), Steven Spielberg (The lost world - Jurassic Park, 1997; Il mondo perduto - Jurassic Park), Paul Thomas Anderson (Boogie nights, 1996, L’altra Hollywood, film per il quale ha ricevuto una nomination agli Oscar; Magnolia, 1999), i fratelli Joel ed Ethan Coen (The big Lebowski, 1998; Il grande Lebowski), Neil Jordan (The end of the affaire, 1999, Fine di una storia, che le è valsa una seconda nomination agli Oscar) e Ridley Scott (Hannibal, 2001).
Il 2002 è stato un anno cruciale, segnato dall’uscita di due fortunati film, Far from heaven e The hours, in cui ha recitato accanto a Nicole Kidman e a Meryl Streep: per entrambi i film ha ricevuto una nomination agli Oscar. Sono seguite numerose altre interpretazioni nelle quali l’attrice ha continuato a confrontarsi con generi differenti, affermandosi come interprete versatile e intensa: da ricordare i film Children of men (2006; I figli degli uomini) di Alfonso Cuarón, Next (2007) di Lee Tamahori e I’m not there (2007; Io non sono qui) di Todd Haynes, ispirato alla vita di Bob Dylan in cui l’attrice veste i panni di Alice, personaggio riconducibile alla figura di Joan Baez. Tra le sue interpretazioni più recenti di rilievo quelle in A single man (2009) di Tom Ford, nel la commedia The kids are all right (2010; I ragazzi stanno bene) di Lisa Cholodenko, in cui recita nel ruolo di una donna omosessuale madre di due figli adolescenti, in Don Jon (2013), esordio come regista di Joseph Gordon-Levitt. Nel 2014 ha partecipato inoltre ai film Non-stop di Jaume Collet-Serra e The hunger games - Mockin gjay - Part I (Hunger games - Il canto della rivolta - Parte I) di Francis Lawrence, terzo capitolo della saga post apocalittica.