CORTÁZAR, Julio
Scrittore argentino, nato a Bruxelles il 26 agosto 1914, morto a Parigi il 12 febbraio 1984. Trascorre la primissima infanzia in Svizzera, nel 1918 torna con la famiglia in Argentina. Conseguito un diploma per l'insegnamento nelle scuole secondarie, svolge attività di docente nella provincia di Buenos Aires. Dal 1945 insegna Letteratura francese all'università di Cuyo (Mendoza). Nel 1951 si trasferisce a Parigi, dove vivrà fino alla morte. Il secondo romanzo di C., Rayuela (1963; trad. it., Il gioco del mondo, 1969), costituisce un punto focale della sua copiosa produzione letteraria.
Antiromanzo, meditazione sull'inaridimento delle strutture narrative tradizionali e sabotaggio delle stesse mediante la creazione di un testo dalle letture molteplici che implica l'esistenza di un ''lettore complice'', esso si propone infatti come puntualizzazione e ampliamento della problematica posta fin dai primi racconti e dai primi saggi, particolarmente in Bestiario (1951; trad. it., 1984), Final de juego (1956) e Las armas secretas (1959), e nel romanzo Los premios (1960; trad. it., Il viaggio premio, 1983). Nel 1968 pubblica 62 Modelo para armar (trad. it., Componibile 62, 1974) e, nel 1973, Libro de Manuel. Completano la sua opera altre sei raccolte di racconti: Todos los fuegos el fuego (1966), Octaedro (1974; trad. it., 1979), Alguien que anda por ahí (1977; trad. it., 1984), Un tal Lucas (1979), Queremos tanto a Glenda (1980; trad. it., Tanto amore per Glenda, 1983).
La soluzione fantastica, presente nella maggior parte dei racconti, non si propone come evasione o digressione immaginativa della realtà, ma come modo di penetrare in essa. Già nei suoi primi scritti critici, C. aveva esplicitato la propria visione del mondo a proposito del pensiero occidentale prigioniero di un'impalcatura intellettuale di tradizione aristotelica e delle categorie spazio-temporali kantiane; ad essa C. contrappone l'irrazionale concepito come forza che consente il recupero di una libertà minacciata dalla tradizione razionalista. C. ricerca, in ultima istanza, la maniera per esprimere narrativamente il percorso a ritroso della specie umana necessario al recupero di una realtà primigenia, e, a questo scopo, utilizza determinati motivi universalmente ricorrenti nel racconto mitico tradizionale.
Altre opere di C.: Pameos y Meopas (1971), Prosa del observatorio (1974), Las casillas de los Morelli (1981), Nicaragua tan violenta y dulce (1983), Salvo el crepúsculo (1984). Con D. Carol ha scritto Los autómatas de la cosmopista o un viaje atemporal (1983).
Bibl.: S. Sosnowski, J. Cortázar. Una búsqueda mítica, Buenos Aires 1972; R. Campra, La realtà e il suo anagramma. Il modello narrativo nei racconti di J. Cortázar, Pisa 1978.