CURTIUS, Julius
Uomo politico tedesco, nato il 7 febbraio 1877 a Duisburg. Avvocato, studioso di scienze politiche, capitano alla fronte nella guerra mondiale, entrò nel 1920 al Reichstag come deputato della Deutsche Volkspartei, cioè del partito di G. Stresemann. Fu ministro dell'Economia (20 gennaio 1926) nel secondo gabinetto Luther, nel gabinetto Marx, e poi - fallito il suo tentativo (gennaio 1927) di costituire un gabinetto che raccogliesse le destre e il centro - nel nuovo gabinetto Marx e nel gabinetto di sinistra Müller, adoperandosi per una politica economica moderatrice. Collaboratore dello Stresemann nelle trattative dell'Aia, ne raccolse l'eredità politica, passando l'11 novembre 1929 agli Esteri. Diresse le trattative della seconda conferenza dell'Aia e fece approvare dal Reischstag il piano Young. Agli Esteri anche con H. Brüning ottenne lo sgombero dei territorî occupati.
Nel novembre 1930, aggravandosi la crisi economica, dichiarò che il Reich avrebbe cercato di far onore agli impegni, ma non garantiva l'esecuzione del piano Young. Proclamava in pari tempo che la meta della politica estera tedesca era il conseguimento, per vie pacifiche, della piena libertà e parità, sollevando anche per la Germania la richiesta di sicurezza e insistendo per la convocazione della conferenza del disarmo. Condusse nel marzo 1931 trattative con l'Austria per un'unione doganale austro-tedesca: piano che il tribunale dell'Aia dichiarò incompatibile con i trattati vigenti. Accusato di debolezza dalla destra e dal suo stesso partito, continuò nondimeno a coadiuvare il Brüning nell'azione che portò alla moratoria Hoover, recandosi con lui nel luglio a Parigi e a Londra, il 6 agosto a Roma. Ma l'opinione pubblica tedesca chiedeva una più ardita politica estera: la Volkspartei passò all'opposizione, provocando il 6 ottobre le dimissioni del C. e poco dopo dell'intero gabinetto. Nel successivo rimpasto il Brüning non lo riprese con sé.