GROSSE, Julius
Scrittore tedesco, nato a Erfurt il 25 aprile 1828, morto il 9 maggio 1902 a Torbole sul Garda. Amico in giovinezza di K. v. Holtei, nel 1852 si recò a Monaco per studiare pittura: entrò invece nel giornalismo, e fece parte del gruppo riunito intorno a E. Geibel e a P. Heyse. Trascorse gli ultimi anni a Weimar, Segretario della Schillerstiftung.
Scrittore facile, fecondissimo, tentò l'epica, il dramma, il romanzo, la novella; ma, natura sensitiva e trasognata, diede il meglio di sé stesso in alcune brevi liriche come Die Weitl Welt ist nun zur Ruh, oppure invece in qualche schizzo dal vero, in cui l'umorismo gli servì a superare nell'arguzia dell'osservazione il suo manierismo di epigono. Fra i romanzi, il migliore è il racconto storico, di tono popolare, Das Bürgerweib von Weimar (voll. 2, 1887); e fra le composizioni narrative in verso basti ricordare Das Mädchen von Capri, Des Ketzers Beichte, Abul Kazims Seelenwanderung. Storicamente la sua figura non è priva d'interesse, perché, per i varî elementi eterogenei che riflette in sé, essa rappresenta in modo tipico quel carattere di transizione da cui tanta poesia del tempo si sforzò invano di uscire.
Ediz.: Dramatische Werke, voll. 7, 1870 segg.; Erzählende Dichtungen, voll. 6, 1871 segg., molto incomplete. Una buona scelta fu curata dalla figlia Antonia, con la collaborazione di A. Bartels, F. Muncker, H. v. Gumppenberg, J. Ettlinger: Ausgewählte Werke, voll. 3, 1909. Interessante è inoltre l'autobiografia Ursachen und Wikungen, 1896.
Bibl.: A. Bartels, Biografia premessa all'ed. cit. e anche in Mitteldeutsche Lebensbilder, I, 1926; O. Brenner, J. Grosse als Dramatiker, Wurzburg 1924; H. Spiero, in Lit. Echo, XI (1908).