PLÜCKER, Julius
Matematico e fisico, nato il 16 luglio 1801 a Elberfeld, morto a Bonn il 22 maggio 1868. Studiò a Bonn e a Parigi (1823-24) e fu professore alle università di Bonn (1828-32), di Berlino (1832-34), di Halle (1834-36), poi ancora di Bonn, dove tenne, fino alla morte, le cattedre di matematica e di fisica. Ebbe ivi quale assistente di fisica (1866-68) F. Klein, che nell'elevato eclettismo del maestro trovò piena rispondenza alle sue innate doti speculative.
Le ricerche fisiche del P. si rivolsero dapprima ai fenomeni di magnetismo e al diamagnetismo nei cristalli. Nei tubi a vuoto che, per sua iniziativa, sono stati costruiti da H. Geissler, allora suo meccanico, osservò le macchie fluorescenti prodotte dai raggi catodici sul vetro e i loro spostamenti nei campi magnetici (1857); e fino dal 1859 osservò gli spettri dei gas rarefatti.
Più vasta e profonda è la traccia lasciata dal P. nel campo della geometria. Egli rielaborò l'intero edificio della geometria analitica, ispirandosi a una visione della sostanziale equivalenza tra procedimenti costruttivi e deduzioni algebriche, che in qualche modo si ricollega alla tradizione del Monge e che lo condusse ad adeguare i metodi della geometria analitica alle esigenze dell'allora nascente geometria proiettiva. Si debbono al P. l'uso sistematico delle coordinate omogenee, la così detta "notazione abbreviata" e soprattutto l'introduzione delle coordinate di retta e di piano. Così egli pose i principî della moderna geometria della retta; e non solo chiarì il significato profondo della legge di dualità, ma assurse alla veduta della libertà di scelta dell'elemento generatore dello spazio, aprendo l'adito al concetto, altrettanto geniale quanto fecondo, delle geometrie astratte. Spettano infine al P. talune formule - fondamentali per la teoria proiettiva delle curve algebriche piane - che legano l'ordine e la classe d'una tale curva alle sue singolarità elementari (v. curve, n. 6).
Opere: Analytisch-geometrische Entwicklungen, voll. 2, Essen 1829, 1831; System der analytischen Geometrie, Berlino 1835; Theorie der algebraischen Curven, Bonn 1839; System der anal. Geometrie des Raumes, Düsseldorf 1846; Neue Geometrie des Raumes, voll. 2, Lipsia 1868-69; Gesamm. wiss. Abhandlungen, voll. 2, ivi 1895-96.
Tubo di Plücker. - I tubi di Plücker o di Geissler sono tubi di vetro chiusi, provvisti di due elettrodi, nei quali viene introdotto un gas a una pressione assai bassa. I due elettrodi (anodo e catodo) possono avere forme geometriche svariate; tra essi viene applicata una differenza di potenziale di alcune migliaia di volt. In queste condizioni, attraverso il gas rarefatto passa una scarica elettrica.
Nel tubo, il gas introdotto ha una pressione che può essere di alcuni millimetri di mercurio.
Occorre ora tenere presente (v. elettriche, scariche) che nella scarica attraverso un gas rarefatto si notano stadî ben distinti, al variare della pressione; quando la pressione è di alcuni millimetri di mercurio la scarica si dice ordinaria e, come abbiamo detto, si può studiare nei tubi di Plücker; la scarica ordinaria desta una luce che nello spettrografo presenta le righe caratteristiche del gas contenuto nel tubo di scarica; quando la rarefazione diventa più avanzata si giunge a un altro stadio della scarica che non è qui il caso di descrivere. L'aspetto è rappresentato schematicamente nella fig. 1. Dall'anodo parte una colonna luminosa assai intensa, detta luce positiva (L.P.), il cui colore è caratteristico del gas; la luce positiva riempie buona parte della lunghezza del tubo: nell'aria essa è violetta. La colonna positiva è spesso stratificata e la distanza degli strati successivi dipende dalla pressione del gas; essa è calma se la differenza di potenziale applicata al tubo è continua, mentre è mobilissima se questa è data, p. es., da un rocchetto di Ruhmkorff. Alla colonna positiva segue una regione pochissimo luminosa, detta spazio oscuro di Faraday (P); al diminuire della pressione, la colonna positiva si accorcia, mentre si allunga lo spazio oscuro di Faraday; questo è seguito da una debole luminosità, detta luce negativa (L.N.), la quale termina molto nettamente dalla parte del catodo. Tra questo e la luce negativa vi è un altro spazio oscuro detto di Hittorf (H), la cui lunghezza aumenta al diminuire della pressione.
Le misure sull'andamento del potenziale lungo un tubo di scarica in un gas rarefatto hanno condotto ai seguenti risultati: nelle immediate vicinanze del catodo il campo elettrico è molto intenso mentre raggiunge valori assai bassi nella luce negativa e nello spazio oscuro di Faraday; nella colonna positiva il campo assume valori notevoli ed è quasi uniforme; in essa si osserva dunque una caduta di potenziale analoga alla caduta ohmica lungo un conduttore.
La temperatura d'un tubo di Plücker, mentre funziona normalmente, è relativamente bassa: non supera in alcun punto i 100°.
I tubi di Plücker sono molto usati in spettroscopia, per esaminare lo spettro di sostanze gassose. Le forme più comuni d'un tubo di Plücker per usi spettroscopici sono quelle della fig. 2: gli elettrodi sono due fili di platino che penetrano attraverso il vetro ai due estremi del tubo; questo porta in mezzo una strozzatura, perché, essendo in essa la densità di corrente maggiore, la luminosità è molto più intensa che nelle parti rigonfie; la strozzatura è la parte del tubo che viene posta davanti alla fenditura dello spettrografo. In un tubo di Plücker l'eccitazione del gas è di natura prevalentemente elettrica; per produrre la differenza di potenziale tra gli elettrodi si usa di solito il rocchetto di Ruhmkorff. Da quanto abbiamo detto segue che si possono largamente usare i tubi di scarica per ottenere una luce avente una determinata composizione spettrale; sono molto utilizzati per l'illuminazione i tubi al neon.