MAYER, Julius Robert von
Medico e fisico, nato il 25 novembre 1814 a Heilbronn nella Svevia, ivi morto l'8 marzo 1878. Studiò medicina a Tubinga, poi a Monaco e a Parigi. Nel 1840 fece il viaggio delle Indie Olandesi come medico di bordo. Un giorno, mentre nella rada di Soerabaja faceva il salasso ad alcuni marinai, osservò come il sangue venoso fosse così chiaro da sembrare sangue arterioso. Riflettendovi su, comprese che il minor consumo dell'organismo in clima caldo portava a minor disossidazione: e si stabilì nella sua mente il nesso fra il calore animale e la quantità di lavoro prodotta. Tornato in patria nel 1841, si stabilì nella cittadina natale, e vi fu fatto chirurgo ispettore municipale. Si mise a studiare la fisica, e nel 1842 pubblicava un primo esposto assai chiaro del suo Principio di conservazione della forza; per quanto esso fosse ancora imperfetto per mancanza di certe nozioni di fisica e di giusta terminologia, vi s'indicava un metodo nuovo e corretto per stabilire l'equivalente meccanico del calore nel caso della compressione dei gas. In un lavoro pubblicato nel 1845, M. dà per la prima volta un quadro sistematico delle varie forme di energia, stabilendo la loro equivalenza; e appare qui l'idea che l'energia dei viventi non sia che trasformazione dell'energia solare, già accumulatasi in natura come energia chimica.
Negli anni successivi, M. fu afflitto dapprima dal silenzio generale, poi dalle rivendicazioni di priorità che piovvero da varie parti: da J. P. Joule (v.), da K. F. Seyffer, poi anche da H. L. F. Helmholtz (v.), il quale aveva formulato il principio indipendentemente nel 1847, e non fu giusto col suo predecessore. M. si sforzò di metter le cose a posto con una bella esposizione sintetica sull'equivalente meccanico del calore: ma presto, scoraggiato anche dall'indifferenza di coloro che gli stavano attorno, cadde in una profonda nevrastenia che culminò in un tentativo di suicidio (1850). Vennero poi anni di oscurità. Ma lo sviluppo della Termodinamica riportò l'attenzione sul suo nome; J. Liebig, R. Clausius e J. Tyndall vollero testimoniare in suo favore. M. fu fatto accademico, nobilitato e pubblicò ancora varî lavori notevoli. E. Dühring lo esaltò come il "Galileo del sec. XIX".
Opere: Bemerkungen üb. d. Kräfte d. unbelebten Natur, in Liebig's Ann., 1842; Die organische Bewegung in ihren Zusammenhänge mit dem Stoffwechsel, Heilbronn 1845; Beiträge z. Dynamik des Himmels, ivi 1848; Bemerk. üb. d. mech. Aequivalent d. Wärme, ivi 1851; Die Mechanik d. Wärme, Stoccarda 1867 e 1893; Naturwissenschaftl. Vorträge, ivi 1871.
Bibl.: E. Dühring, R. M., der Galilei d. XIX. Jahrh., Chemnitz 1880; Weyrauch, R. M., Stoccarda 1890, e la corrisp. con Griesinger.